FaceApp, negli ultimi giorni, ha conosciuto un vero e proprio boom mediatico.
I social appunto sono invasi da foto degli iscritti, divenuti ormai anziani (cioè invecchiati dall'app).
Ma a livello di privacy come siamo messi?
Siamo sicuri che FaceApp non prenda anche altro dai nostri dispositivi?
Lanciata nel 2017, l’app, ora al picco del suo successo (oltre 80 milioni di download), utilizza l’intelligenza artificiale (applicando filtri ed algoritmi) per trasformare il volto attuale in uno più anziano.
Tuttavia pare che l’editor di selfie della società russa Wireless Lab (con sede a San Pietroburgo) utilizzi la tecnologia delle reti neurali per generare trasformazioni altamente realistiche dei volti nelle fotografie.
Va sottolineato che secondo la privacy policy dell’app, il software prende in carico solo i contenuti multimediali che noi stessi decidiamo di caricare.
Rimane comunque un problema: le immagini che carichiamo non vengono rielaborate in locale, direttamente sullo smartphone, ma vengono caricate su alcuni server, dove rimarranno per sempre.
"le informazioni raccolte attraverso il servizio possono essere memorizzate ed elaborate negli Stati Uniti o in qualsiasi altro Paese in cui FaceApp, le sue affiliate o fornitori di servizi hanno delle strutture"
Si chiarisce anche che potrebbero essere cedute passando da un server all’altro, anche in paesi differenti con leggi sulla tutela della privacy diverse.
Non saranno cedute a terzi ma rimarranno comunque all’interno del gruppo del quale fa parte FaceApp. Ma subito dopo c’è scritto però che gli sviluppatori potrebbero comunque condividere i nostri dati con partner terzi, allo scopo di fornire pubblicità mirata oppure migliorare il servizio offerto.
Infine, si riservano la possibilità di cancellare alcuni dati, in modo da rendere quelli restanti totalmente anonimi e condivisibili con “altri partner” non meglio identificati.
Dunque, in teoria, quanto raccolto da FaceApp è ceduto anche a imprese estranee al servizio.
Gli sviluppatori affermano che FaceApp esegue "la maggior parte dell’elaborazione delle foto nel cloud (Amazon Web Services e Google Cloud, in particolare), caricando solo le immagini selezionate dall' utente"
E che la maggior parte delle immagini viene cancellata dai server entro 48 ore dalla data di caricamento.
Va però detto che tutte le funzionalità di FaceApp sono disponibili senza login ed è possibile autenticarsi solo dalla schermata delle impostazioni: "in questo modo non abbiamo accesso ad alcun dato per identificare le persone".
Sulla vicenda FaceApp si sono espressi anche alcuni esponenti del Partito Democratico americano, dopo che i responsabili per la sicurezza hanno invitato i futuri candidati alle presidenziali del 2020 a non utilizzare il servizio.
E il senatore Chuck Schumer ha annunciato su Twitter di aver fatto formale richiesta all’FBI e alla Federal Trade Commission di compiere un’approfondita indagine sul funzionamento dell’app.
Per il download: FaceApp (Android) e FaceApp (Apple)
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