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giovedì 25 luglio 2019

Nvidia Dimostra Che Lo Sbarco Sulla Luna C'è Stato Davvero (1969)

Il 21 luglio 1969, ovvero 50 anni fa, per la prima volta dei terrestri misero piede su un suolo che non sia la terra. L'Apollo 11 infatti fu la missione che decretò lo sbarco sulla luna.
Furono Neil Armstrong e Buzz Aldrin a compiere l'esplorazione (per primo e secondo), invece Michael Collins rimase a bordo.
I dettagli della missione furono messi a punto da Chris Kraft, morto pochi giorni fa a 95 anni.
In Italia l'allunaggio ha il volto e la voce di Tito Stagno, giornalista TV che fu protagonista di quella diretta di quasi 27 ore, durante la quale la Rai seguì, con un enorme dispiegamento di mezzi e risorse, tutte le fasi della partenza e dell'approdo dell'equipaggio dell'Apollo 11 sul suolo lunare.
Stagno, Andrea Barbato e Pietro Forcella si trovavano in via Teulada a Roma, mentre Ruggero Orlando era collegato dal centro della NASA a Houston, Texas, dove assistette in diretta alle operazioni dalla base spaziale. Più di 20 milioni di persone tennero acceso il televisore per seguire la maratona televisiva, centinaia gli ospiti intervenuti, oltre 200 le persone impiegate in quella diretta.
Fu proprio il corrispondente dall'America, Ruggero Orlando, a ritrovarsi in una disputa a migliaia di chilometri di distanza con Tito Stagno.
Lo sbarco sulla Luna è sintetizzabile in quella frase "Ha toccato, ha toccato il suolo lunare!" che Stagno pronunciò non appena il Modulo Lunare toccò il suolo. O per lo meno quando lui credeva fosse avvenuto il contatto. Pochi secondi dopo, infatti, arrivava la smentita di Orlando, che dal Texas affermava come il modulo non avesse ancora toccato la superficie.

Tito Stagno, nonostante tutto, pronunciò l'altra frase epocale:
"Sono le 22.17 in Italia, sono le 15.17 a Houston, sono le 14.17 a New York. Per la prima volta un veicolo pilotato dall’uomo ha toccato un altro corpo celeste. Questo è frutto dell’intelligenza, del lavoro, della preparazione scientifica; è frutto della fede dell’uomo. A voi Houston"

Nel frattempo Orlando, ribatteva "Qui pare manchino ancora 10 metri". 
Solo a un minuto di distanza circa dall'annuncio di Stagno, Orlando, ascoltando Aldrin dare la conferma dello spegnimento dei motori, confermò l'avvenuto allunaggio, con tanto di applauso ripetuto in studio e Stagno che ci tenne a precisare: "Hanno spento adesso i motori".
In sostanza l'annuncio dell'allunaggio arrivò prima in anticipo di 56 secondi, poi giunse in ritardo di 10 secondi rispetto a quando Aldrin, nel modulo con Armstrong, aveva detto che "L'aquila era atterrata" ("the eagle has landed").
La ricostruzione più credibile dell'incomprensione tra Stagno e Orlando vuole che per un lasso di tempo di circa 12 minuti non sopraggiunsero più immagini, ma solo l'audio delle conversazioni radio, di non facile comprensione, essendo i microfoni settati per attivarsi nel momento in cui gli astronauti dicessero qualcosa.
Questo fece sì che la prima parte di ogni frase venisse automaticamente tagliata dal collegamento. Tito Stagno iniziò a tradurre tutte le conversazioni radio, non tenendo conto di quella piccolissima porzione di parola persa all'inizio di ogni frase. Così Stagno traduceva le informazioni pronunciate da Aldrin inconsapevole che mancasse qualche frazione di secondo iniziale (270 piedi dal suolo lunare diventarono 70, che convertiti in metri sono 21).
Per logica, a distanza di pochi secondi Stagno annunciò l'atterraggio del Modulo sul suolo, mentre Orlando, dall'America, sapeva che il contatto non era ancora avvenuto.
Intervistato da Wired, Stagno offre una versione differente: "Fu una banale incomprensione con l’amico Ruggero, beninteso, il miglior commentatore che abbia mai conosciuto. In realtà avevamo ragione tutti e due, ma ci fu un malinteso sui verbi: io dissi ‘ha toccato‘ e non ‘è atterrato‘, perché mi riferivo al momento in cui le antenne sotto le zampe del Lem saggiarono il suolo lunare per verificarne la pendenza, che per garantire alla Eagle di ripartire non doveva superare i 20 gradi. Poi ci fu un ritardo di 40 secondi nell’allunaggio, perché Armstrong dovette scansare un’area rocciosa per posare il Lem in una zona più sicura"


SIAMO STATI SULLA LUNA?
Al di là della diretta e di questa simpatica diatriba, c'è sempre stato chi, scettico, ha affermato negli anni (e lo fa ancora oggi) che in realtà sulla luna non ci siamo mai stati.
Bill Kaysing, autore di un libro sull'argomento, afferma che la tecnologia degli anni 60 non sarebbe stata sufficientemente avanzata da permettere un allunaggio con equipaggio.
Secondo Kaysing, l'incaricato a girare i filmati delle missioni sarebbe stato il regista Stanley Kubrick, già famoso per gli effetti speciali nel suo film "2001: Odissea nello spazio".
Andrew Chaikin sostiene che teorie del complotto sugli allunaggi circolavano già ai tempi della missione dell'Apollo 8, nel dicembre 1968.
Secondo alcuni teorici del complotto, la corsa verso la Luna va vista nel complesso ambito della guerra fredda. Le prime tappe di questa corsa erano state vinte dall'Unione Sovietica, che era riuscita a mandare in orbita il primo satellite artificiale, a fotografare l'altra faccia della Luna e a portare il primo uomo nello spazio. Gli americani avrebbero quindi inscenato la conquista della Luna per potersi fregiare di questo successo.
Secondo altri l'allunaggio sarebbe stato inscenato per distrarre gli americani dalla guerra del Vietnam.
Le missioni Apollo sarebbero state messe in scena per attirare l'interesse della popolazione verso le missioni lunari e assicurarsi il finanziamento delle future attività.
L'idea predominante della teoria del complotto è che gli astronauti non siano mai andati sulla Luna, ma esistono anche altre versioni della teoria. Una di queste sostiene che la NASA non riuscì a riprendersi velocemente dall'incidente dell'Apollo 1 e per non rischiare nuove perdite umane inscenò il falso allunaggio.
Secondo il fotografo francese, Philippe Lheureux, lo sbarco umano sulla Luna c'è effettivamente stato, ma la NASA ha diffuso false fotografie per evitare che altre nazioni potessero trarre beneficio dalle informazioni scientifiche deducibili dalle vere fotografie.
Secondo altri, quanto scoperto, venne tenuto nascosto.
I teorici del complotto si basano su presunte incongruenze presenti nelle fotografie e nei filmati delle missioni o citano alcune morti accidentali dei piloti coinvolti nelle missioni come dimostrazione di un ipotetico insabbiamento.


NVIDIA DIMOSTRA CHE E' TUTTO REALE
Dunque si è trattato di un bluff costruito a tavolino?
Qualche anno fa Nvidia pubblicò un post intitolato "How Our Maxwell GPUs Debunked the Apollo 11 Conspiracy Theory", dove l'azienda parla della tecnologia Voxel-Based Global Illumination (VXGI), presentata al debutto delle schede GeForce GTX 980 e 970 con GPU Maxwell, e di come grazie a questa soluzione abbia definitivamente compreso che "lo sbarco lunare Apollo 11 non era una bufala".
Nvidia ha infatti creato una foto della storica discesa di Buzz Aldrin sul nostro satellite, fotografato da Neil Armstrong. Lo scatto vede Aldrin ben illuminato a dispetto della sagoma scura del modulo lunare dietro di lui.
"È un buono scatto. Troppo bello secondo i teorici della cospirazione", scrive Nvidia.
Gli scettici affermano che poiché il Sole si trova dietro al modulo lunare, e Aldrin è nella sua ombra, Aldrin deve essere illuminato da qualcos'altro che non sia il Sole, probabilmente la luce di un qualche studio televisivo, forse con Stanley Kubrick dietro la videocamera.

Mark Daly di Nvidia: "Degli uomini hanno perso la vita nel progetto Apollo, quindi mi dà fastidio che la gente affermi che era tutta una bufala"

Secondo il team di ingegneri confutare la tesi degli scettici è abbastanza semplice.
"Il nostro team ha ricostruito la scena dell'atterraggio lunare con l'Unreal Engine 4. Abbiamo simulato come i raggi del Sole, che arrivavano da dietro al lander, rimbalzavano sulla superficie della Luna e sulla tuta di Armstrong, riflettendo la luce su Aldrin mentre scendeva dal lander". 
Tutto questo è stato fatto attraverso la Voxel-Based Global Illumination. VXGI è una tecnologia che cerca di rappresentare al meglio il modo in cui la luce rimbalza da un oggetto all'altro in tempo reale.
"Per farlo VXGI scompone la geometria della scena in molte migliaia di piccoli box chiamati voxel o 3D pixel. Ognuno dei sei lati di ogni box è analizzato per determinare la sua opacità e la sua emittanza. VXGI ha permesso al nostro team di ricostruire il modo in cui la luce si è mossa attorno al sito di atterraggio dell'Apollo 11. Per ricreare il sito d'atterraggio il team ha collezionato ogni dettaglio che poteva. Hanno studiato i rivetti sul lander, identificato le proprietà della polvere sulla superficie lunare e misurato la riflettività del materiale usato per le tute spaziali degli astronauti", scoprendo ad esempio che al 10% della luminosità emessa dalla tutta di Aldrin ha contribuito la tuta di Neil Armstrong.
In un videoclip che mostrava Aldrin mentre stava scendendo dalla scala compare un punto luminoso di luce che sembrava muoversi di pari passo allo spostamento della videocamera: si trattava di un riflesso luminoso della tuta spaziale bianca di Armstrong.
Un altro dettaglio impugnato dagli scettici è l'assenza di stelle. Alcuni sostengono che il governo degli Stati Uniti ha finto lo sbarco e lasciato fuori le stelle nella scena perché sarebbe impossibile descrivere la posizione delle stelle dalla Luna.
Daly: "La ragione per cui le stelle non sono visibili è che le esposizioni nella fotocamera sono impostate per catturare la scena sulla superficie della Luna. Le stelle ci sono e il nostro team di demo è stato in grado di trovarle cambiando digitalmente l'esposizione degli scatti per trovarle"

Dunque l’architettura di Turing ha permesso a Nvidia di riprogettare la demo in quanto in grado di tracciare il percorso di un raggio di luce dallo schermo e i rimbalzi nella scena per mostrare riflessi, ombre, occlusione ambientale, illuminazione globale e altri fenomeni visivi. Per aggiornare la demo originale, gli ingegneri hanno ricostruito la scena dello sbarco con l’Unreal Engine 4, il motore di gioco di Epic Games.
Quest'anno invece per celebrare il 50° anniversario dell’atterraggio sulla luna della missione Apollo 11, la società sta rilasciando una nuova versione della famosa scena di Buzz Aldrin che scende da una scala per unirsi a Neil Armstrong sul pavimento lunare.
Questa volta, l’obiettivo era quello di evidenziare la piattaforma GeForce RTX e il ray tracing in tempo reale. La simulazione risultante è una demo grafica che modella la luce del sole in tempo reale e fornisce una rappresentazione cinematografica molto più realistica della discesa di Buzz Aldrin sul pavimento lunare.
Per progettare questo video, il team di Nvidia ha studiato attentamente l’ambiente lunare del paesaggio, la reale riflettività delle tute spaziali degli astronauti, ma anche la superficie metallica del carrello di atterraggio, nonché le proprietà della polvere e la superficie della luna. Grazie al ray tracing in tempo reale, l’azienda è stata in grado di simulare la posizione relativa del sole per ricreare riflessi di luce molto più realistici a qualsiasi angolazione.

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