venerdì 27 gennaio 2023

Ethereum è Centralizzato? Infura, AWS e Node Provider

Con il Merge (passaggio da Proof Of Work a Proof Of Stake), Ethereum è stato criticato per una sua eventuale centralizzazione. Infura è un'infrastruttura utilizzata da molti service provider di Ethereum, tra cui il wallet Metamask, che permette di non avere un proprio full node (sostanzialmente è simile ad Amazon Web Service). Cioè se devi offrire un servizio e non hai risorse, puoi appoggiarti ad Infura. Infura è stato lanciato nel 2016. All'epoca, l'obiettivo alla base del lancio era ridurre l'attrito per gli sviluppatori Web3 rendendo più semplice l'accesso alle reti Ethereum e IPFS. L'API di Infura Ethereum ha supportato più di 430.000 sviluppatori che ora stanno costruendo prodotti che ruotano attorno a giochi blockchain, finanza decentralizzata (DeFi), organizzazioni autonome decentralizzate (DAO) e token non fungibili (NFT). Qual è il problema di tutto questo? Che ti appoggi ad un ente terzo e soprattutto ad un servizio centralizzato (per quanto riguarda l'infrastruttura). Infura, tra l'altro, è americano quindi soggetto ad imposizioni da parte del governo. Ad esempio lo scorso anno, Metamask appoggiandosi ad Infura aveva avuto problemi di censura in alcuni paesi quindi si era urlato allo scandalo in quanto Ethereum appoggiandosi a Metamask quindi ad Infura era stato etichettato centralizzato (Metamask di default utilizza l'end-point di Infura). Sostanzialmente è possibile accedere ad Ethereum collegandosi a qualsiasi full node in modo decentralizzato, tuttavia utilizzando Metamask che di default usa Infura, se quest'ultimo decide di blacklistare indirizzi IP a causa di decisioni dei governi, si attua una censura. In realtà in questi casi basta cambiare URL RPC su Metamask, proprio perchè la censura è infrastrutturale e non dipende dalla blockchain. In realtà va aggiunta una rete manuale (le informazioni da aggiungere sono sempre le classiche della mainnet di Ethereum ovvero Chain ID, Block Explorer e simbolo che trovate anche nello screen di sotto, unica cosa che va modificato è appunto l'URL RPC e volendo il nome della rete dove potete scrivere Ethereum RPC Privacy per distinguerla da quella di default di Infura). Qui trovi una lista di URL RPC: Chainlist
Infura in futuro proverà a diventare più decentralizzato utilizzando più nodi sparsi nel mondo. Questo fornitore di infrastrutture è appunto controllato da ConsenSys di Joseph Lubin che ha sviluppato anche il wallet Metamask. Oltre a supportare gli sviluppatori su Ethereum, Infura supporta anche altri prodotti web3 come Ethereum Name Service e reti di livello 2. Esso supporta anche un'ampia gamma di API blockchain per realizzare un network multi-chain. Il passaggio ad una maggiore decentralizzazione arriverà nel 2023.
Ad inizio 2021, quando si parlava ancora di Proof Of Work, più di 6000 (56%) di tutti i nodi Ethereum erano in esecuzione su hosting provider, in particolare 2.500 (36%) su Amazon Web Services (AWS). Il secondo classificato per il maggior numero di nodi Ethereum era residenziale, con un discreto 4.500 (o 38,91%). Il vantaggio di avere il proprio full node, oltre a favorire la decentralizzazione, risiede nel non preoccuparsi che ad esempio AWS possa non funzionare o che qualche altro provider di hosting venga utilizzato per una dapp influendo sulle prestazioni degli utenti. Si può citare Quicknode, Allnodes, Alchemy o lo stesso Infura, il fornitore numero 1 di node-as-a-service, che nel corso della sua storia ha avuto anche altre interruzioni. La maggior parte dei pool/nodi minerari (quando Ethereum veniva minato) sono collegati tra loro, quindi i blocchi continuerebbero a passare, anche se la rete subirebbe rallentamenti (ci sarebbero meno transazioni convalidate). Chi ha un proprio full node non vedrebbe alcuna differenza. In realtà hosting provider come Infura e AWS non hanno solo aspetti negativi ma sono fondamentali per il buon funzionamento della rete. Gestire oltre 800 GB di spazio di archiviazione solo per sincronizzare la chain e quindi aggiungere 1 GB ogni giorno non è pratico per la persona media. Inoltre, non c'è quasi nessun incentivo economico per gestire un nodo, sebbene progetti come vipnode stiano lavorando su questo problema.

lunedì 23 gennaio 2023

Drip Network è Finito? Forex Shark è Uno Scammer?

Avevamo già parlato del token Drip e di Drip Network circa 1 anno fa, dicendo che questo progetto non era sostenibile nel tempo (ai tempi il token, in piena FOMO, viaggiava oltre i 150$). Puoi leggere l'articolo originario qui: Drip Network, Hex e Golden Fleece Sono Ponzi?
Drip Network è molto simile a quello che può essere definito uno schema Ponzi. Ma al di là di questo, parlando del token, come è stato possibile vedere quei prezzi di oltre 100$? Questo è stato possibile grazie al bassissimo circolante di Drip nei primi mesi di vita. Per fare un esempio generale: se ipotizziamo una market cap di 1 milione di dollari ed in giro ci sono solo 1000 token, ogni token varrà 100$. Se ipotizziamo sempre la medesima market cap di 1 milione di dollari ma in giro ci sono 100000 token, ogni token varrà "solo" 10$ (la market cap è data dal prodotto del circolante per il prezzo del singolo token). Puoi facilmente capire come il prezzo può essere manipolato quando il circolante è basso (anche scarsi volumi possono portare facilmente il prezzo in alto) dando illusione di ricchezza, tuttavia all'aumentare del circolante il prezzo collassa. Già questo dovrebbe farti capire perchè il 365% annuo non sia sostenibile nel tempo (appunto perchè, a parità di domanda, quel rendimento aumenta il circolante in modo abnorme quindi il prezzo è destinato a scendere nel tempo, a meno che la domanda non aumenti in modo esponenziale all'inflazione). Drip Network, tra l'altro, è un fork (clone) di Bankroll Network al quale è stata "rubata" grafica e modello, se non qualche variazione sulle fee.



MA COME FUNZIONA IN BREVE DRIP NETWORK?
Sostanzialmente depositi il token Drip e questo ti genera l'1% giornaliero quindi i tuoi Drip aumentano giorno dopo giorno. Ci sono delle fee di deposito (la liquidità viene bloccata) e prelievo (tasse maggiorate sulle vendite ma fee minori anche sui re-investimenti dei token claimati). E' possibile quindi fare il claim delle rewards e vendere oppure "idratare" (re-investire) sfruttando l'interesse composto che aumenta esponenzialmente il proprio deposito in token Drip (è molto importante sottolineare che aumentano i propri Drip, non il controvalore in dollari che è soggetto alla volatilità del mercato e tendenzialmente va verso il basso a causa dell'inflazione).


PERCHE' DRIP NETWORK E' UNO SCHEMA PONZI?
Il protocollo si basa solo sulle entrare dei nuovi utenti ed è, grazie a questi, che i vecchi utenti vengono pagati (perchè i depositi dei nuovi iscritti prevedono delle fee, dalle quali vengono pagati i vecchi utenti). Se non entrano nuovi utenti, lo smart contract per garantire l'1% giornaliero è costretto a mintare nuovi token, questo porta Drip ad aumentare la sua supply. Visto che presumibilmente chi compra Drip lo fa per usare il protocollo, è abbastanza ovvio che se non entrano nuovi utenti sulla piattaforma, vuol dire che non c'è domanda e se non c'è domanda, l'aumento di supply porta inesorabilmente il prezzo verso il basso (perchè lo stesso viene sempre più diluito in migliaia di token creati dal nulla). A questo si aggiunge anche la pressione di vendita del token. Quando c'è sfiducia, la gente è meno portata a re-investire nel pool ma a dumpare le rewards. A questo, va anche aggiunto, che i founders hanno supply libera per mintare nuovi token ed anche dumparli (questo lo si può notare analizzando lo smart contract). La "whale tax" è solo uno specchietto per le allodole: se da un lato potrebbe sembrare una trovata interessante per limitare chi ha grossi quantitativi di token (in quanto questa fee poi viene distribuita agli utenti), dall'altro lato non invoglia chi ha grossi capitali ad entrare.
Analizzando bene la piattaforma ci si accorge che il protocollo non genera alcun utile e non ha senso alcuno: se non quello di garantire l'1% giornaliero. L'utile, come abbiamo visto, è basato esclusivamente sulle entrate di nuovi utenti. Ma quello non è un utile del protocollo, sono semplicemente nuovi afflussi di denaro che permettono di pagare i vecchi iscritti (schema Ponzi appunto). Nel momento in cui le iscrizioni calano (e nel Bear Market era prevedibile ciò), il prezzo è destinato a collassare e la spirale della morte viene innescata dallo smart contract stesso che è costretto a generare nuovi token aumentando sempre più l'inflazione dello stesso.
Ovviamente chi è stato in grado di costruirsi una rete di centinaia di iscritti (perchè da buon schema piramidale, Drip Network prevede anche boost ed incentivi per chi porta amici) continua ad avere qualche entrata ma è evidente che la gran parte degli iscritti (se non uscita a tempo debito) è in netta perdita. 
Il protocollo può garantire anche l'1% giornaliero ma se il prezzo scende del 10% a settimana è abbastanza evidente che quasi tutti gli iscritti sono in perdita. Inoltre è possibile notare volumi giornalieri di circa 10000/20000$ (anche i token risaputi come scam, generano volumi più elevati). Va anche sottolineato che la supply una volta creata (per scarse iscrizioni) non può sparire nel nulla, i burn possono essere eseguiti comprando i Drip a mercato (Buyback) ma con i soldi di chi? Non esiste la bacchetta magica che fa scomparire token: qualcuno deve comprarli ed inviarli ad indirizzi morti. Il max payout dei 100.000 è un altro specchietto per le allodole, in quanto il token andrà a valere ovviamente 0 nel tempo (se centinaia di account, se non migliaia, raggiungessero i 100.000 Drip ad account, a quanto ammonterebbe la supply totale?). 


COMMUNITY 
Altra red flag palesi che avrebbero dovuto far stare la gente lontana da questa piattaforma è la community tossica presente su Youtube, Twitter e Telegram. Malgrado sia evidente che Drip Network sia fallito da almeno 8/9 mesi, molte persone continuano a shillare questa piattaforma (ricordate che loro fanno rete e guadagnano dalle nuove iscrizioni!) facendo esempi assurdi quali interesse composto invitando ad holdare quindi idratare, a fare "buy the dip" (i buy the dip vengono eseguiti all'infinito perchè il token ormai non ha un bottom ma scende indefinitamente) o esempi stupidi con Bitcoin o Ethereum ("anche loro sono scese", "ho comprato ETH nel 2017 è sceso e poi risalito nel 2021", etc). Sono casi nettamente diversi ed esempi ingenui e stupidi (o in malafede). BTC ed ETH sono criptovalute e non token. Non garantiscono l'1% giornaliero e non sono così inflazionari. Se è presumibile che BTC ed ETH, da qui a qualche anno, faranno nuovi massimi, lo stesso non si può dire per Drip che non può reggere il Bear Market. Bear Market e scarsa domanda per Drip vuol dire "morte" proprio perchè senza nuove entrate avrebbe un'inflazione annua del 365% quindi il prezzo è destinato ad azzerarsi nel tempo! Ad oggi Bitcoin ed Ethereum hanno perso poco più di 3 volte dai massimi (BTC è passato da 69.000 ai 21000 odierni), invece il token Drip ha perso 319 volte da massimi (cioè passando da 174 dollari ai 0.544$ odierni). Facendo un esempio con numeri alla mano, se hai investito 10000$ di BTC ai massimi, oggi ti ritrovi con circa 3000$. Se invece hai investito 10000$ in Drip ai massimi, oggi i tuoi Drip valgono 31$. E' vero, se hai fatto auto-compound, hai molti più Drip rispetto al valore di deposito iniziale ma comunque stiamo parlando di poco più di un centinaio di dollari a fronte dei 10000 bloccati). 
La strategia da utilizzare in questi palesi Ponzi/scam, se proprio si vuole utilizzarli, è fare rete (portando amici) e dumpare sempre le rewards non facendo auto-compound (quest'ultimo è deleterio quando l'inflazione è troppo elevata: i token aumentano in modo esponenziale ma il prezzo scende 10 volte di più nel frattempo a causa dell'inflazione e della gente più astuta che vende, magari founders compresi). L'altro consiglio sarebbe quello di prelevare prima che le cosa si mettano male (ad esempio su Wonderland o Olympus DAO era possibile farlo) ma su Drip Network no perchè il deposito non è più prelevabile.


CHI E' IL FOUNDER FOREX SHARK? GENIO O SCAMMER?
Drip Network non è il classico schema Ponzi costruito in 2 giorni ma molto più elaborato. Il founder Forex Shark è un genio o uno scammer? Le cose sono due: o è uno scammer o un ingenuo. Se ha agito in buona fede è evidente che sia poco esperto di modelli sostenibili perchè una piattaforma del genere non poteva essere sostenibile nel tempo. Se invece si tratta di uno scammer, be' amen. Di lui si sa che è un ragazzo ucraino inglobato già in altri progetti chiamati R34P e BR34P che lui avrebbe "risollevato". Risollevato non si sa da che cosa. Il curriculum dell'impresa di salvataggio corrisponde a dei rialzi di prezzo e successivo collasso di entrambi i token e rispettivi ecosistemi. Ad oggi R34P totalizza "ben" 700$ di volumi giornalieri, BR34P "addirittura" 7000$. Entrambe le piattaforme sembrano essere fallite e con siti non più raggiungibili. Sempre connesso a Drip Network, c'è Animal Farm con classici pool di liquidità Drip/Busd LP ed impermanent loss come se non ci fosse un domani. L'altra caratteristica sarebbe una specie di serbatoio chiamato appunto "Reservoir" che permette di bloccare dei Bnb e metà Bnb depositati sono utilizzati per comprare Drip ed aggiungere liquidità al dex. Anche qui sono presenti tasse di acquisto, deposito e vendita che vengono distribuite agli stakers (chiaramente se Drip scende di prezzo si ricevono token senza valore). Il consiglio è sempre quello di utilizzate i vostri soldi per qualcosa di sostenibile evitando di arricchire i promotori di questi schemi Piramidali. E se non vi siete ancora convinti, date un'occhiata alle prime 3 settimane dei mercati cripto (dall'1 gennaio al 23 gennaio 2023): probabilmente pump estemporaneo e non duraturo nel tempo (l'inversione del trend ribassista può essere localizzata sui 30k per BTC e ce n'è di strada da fare) ma quantomeno mercati in netta ripresa. Drip invece? Ha continuato a scendere, ovviamente.
Chi perde soldi dietro a piattaforme del genere pecca di ingenuità o semplicemente ci metti i soldi della classica scommessa quindi ci sta di perderli (anche se perseverare con i "buy the dip" è diabolico) rimane un peccato però che tutto questo fa cattiva pubblicità al mondo crypto. Esistono centinaia di piattaforme DeFi sostenibili (che esistono da almeno 3 anni) e che hanno ragione di esistere ma Drip Network non è tra queste. A riprova di ciò, confrontate il TVL o i valori dei token di altre piattaforme DeFi (Aave, Cake, Curve Finance, Yearn Finance, Balancer, Uniswap, etc) e noterete che non è un problema di DeFi. Il problema è Drip che è appunto uno schema Ponzi che non genera alcun utile e che ha basato il suo modello solo sulle entrate dei nuovi iscritti.

domenica 22 gennaio 2023

Caratteristiche Hardware Validatore: Min Staking, CPU, RAM, Storage (Proof Of Stake)

In questo articolo vedremo quali sono i requisiti minimi per far partire un full node (validatore) sulle principali blockchain con algoritmo di consenso Proof Of Stake. Ricordo che per queste blockchain, lo staking è fondamentale per validare transazioni e per mettere in sicurezza un network. Le cripto sono pre-minate (a differenza dell'algoritmo di consenso di Bitcoin che è il Proof Of Work). Questi pre-requisiti hardware influenzano la decentralizzazione di una blockchain: tanto più è difficile diventare validatore e costoso mantenere un nodo, tanto più una blockchain tende ad essere meno decentralizzata. Poi ci sono le eccezioni, ad esempio Solana ha circa un migliaio di nodi (non pochi) ma è forse la blockchain con i requisiti hardware più alti (anche se per la verità sono pochi i validatori a validare le transazioni). Ci sono anche blockchain che hanno un numero massimo di validatori (ad esempio Cosmos che ne ha 150). Un altro aspetto da tenere in considerazione è avere una connessione veloce. Ovviamente queste caratteristiche possono variare nel tempo quindi sono solo indicative e non definitive. I parametri da tenere in considerazione sono:
-CPU (si riferisce al processore quindi all'elaborazione delle operazioni sotto forma di informazioni. Inizialmente per migliorare le prestazioni, venia semplicemente aumentata la frequenza della CPU, tuttavia questo portava un maggiore surriscaldamento e consumo di energia quindi si è scelto di aumentare il numero dei core. Il core è appunto un componente fisico della CPU ed è l'unità più piccola di elaborazione in grado di svolgere i calcoli necessari all'esecuzione di un certo compito. DualQuad ed Octo core è il numero di processori in grado di dividersi un certo compito quindi una CPU multi-core raggiunge prestazioni migliori, consuma meno energia e produce meno calore)
-RAM (Random Access Memory è una memoria volatile in cui vengono immagazzinate le informazioni per l'esecuzione di un programma. All'aumentare della RAM aumentano le applicazioni che è possibile avviare contemporaneamente senza che il device si blocchi o rallenti)
-Storage SSD (con SSD ci si riferisce allo spazio di archiviazione. Successori degli HDD, sono più veloci, leggeri e duratori. Altra differenza è che usano meno l'alimentazione)
-Balance (è il minimo da mettere in staking per avviare un nodo validatore ed è variabile in base alla blockchain)

Vediamo le principali:

Ethereum: CPU Cores (4), RAM (8-16 GB), SSD (600 GB), Balance (32 ETH + fees)
Binance Smart Chain: CPU Cores (8), RAM (16 GB), SSD (1000 GB), Balance (10.000 BNB)
Solana: CPU Cores (12-16), RAM (128-256 GB), SSD (2000 GB), Balance (1.1 SOL/Day)
Cosmos: CPU Cores (4), RAM (16 GB), SSD (500 GB), Balance (21.500 ATOM)
Avalanche: CPU Cores (4-8), RAM (4-16 GB), SSD (200 GB), Balance (2000 AVAX)
Polygon: CPU Cores (8), RAM (32 GB), SSD (2500 GB), Balance (1 MATIC)
Cardano: CPU Cores (4), RAM (16 GB), SSD (160 GB), Balance (500 ADA)
Polkadot: CPU Cores (4-8), RAM (32-64 GB), SSD (500 GB), Balance (350 DOT)
Cronos Chain: CPU Cores (4), RAM (4 GB), SSD (25 GB), Balance (No Min Stake)
VeChain: CPU Cores (4), RAM (8 GB), SSD (500 GB), Balance (25.000.000 VET)
Tron: CPU Cores (8-16), RAM (32 GB), SSD (1500 GB), Balance (9.999 TRX)
Near: CPU Cores (4-8), RAM (8 GB), SSD (200 GB), Balance (67.000 NEAR)
Aptos: CPU Cores (4), RAM (8 GB), SSD (300 GB), Balance (1.000.000 APT)
Algorand: CPU Cores (2), RAM (4 GB), SSD (100 GB), Balance (0.1 ALGO)
Harmony: CPU Cores (4), RAM (16 GB), SSD (1500 GB), Balance (10.001 ONE)
Fantom: CPU Cores (4), RAM (16 GB), SSD (1500 GB), Balance (500.000 FTM)
Mina: CPU Cores (8), RAM (16 GB), SSD (100 MB), Balance (-)

La blockchain dai requisiti più elevati è sicuramente Solana. Fanno da contraltare Algorand in generale e Mina Protocol per quanto riguarda lo spazio di archiviazione (questa blockchain pesa solo 21 KB!).

mercoledì 18 gennaio 2023

Differenza Tra ETF Futures ed ETF Spot (Bitcoin)

Uno degli eventi che potrebbe facilitare l'adozione d Bitcoin a livello mondiale è sicuramente l'introduzione degli ETF spot negli USA. Di base si tratta di fondi di investimento quotati che facilitano il processo di scambio di titoli in borsa, come se si trattasse di azioni ordinarie.
Gli ETF tracciano la performance di uno o di un gruppo di asset. Un po' come nel Trading, viene comprato il prezzo e non l'asset in sè. Ad esempio, un ETF spot di Bitcoin seguirà il prezzo di BTC: cioè rialzi e ribassi. Un ETF può essere quotato su più mercati, senza che la piattaforma debba affrontare la complessità tecnica dell'integrazione del protocollo Bitcoin, o di altre criptovalute (senza considerare gestione, sicurezza, aggiornamenti). Tramite ETF non c'è neanche la necessità di avere un wallet (e questo chiaramente è una cosa negativa, pensando al motivo per cui Bitcoin è nato). Per quanto riguarda la legalità, affinché un ETF funzioni, è necessario che l'azienda che lo rilascia sia registrata presso l'autorità corrispondente, che in questo caso è la Securities And Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti. L'acquisto potrà avvenire quindi solo su scambi regolamentati e con licenze per operare, oltre che con assicurazioni in modo da proteggere l'investitore da scam, hacking e manipolazioni di mercato. L'aggiunta di un ETF semplifica la vita a una piattaforma di Trading, visto che avrebbero costi operativi inferiori, incidendo meno sulle commissioni di servizio.
Un altro vantaggio è che l' ETF spot può essere acquistato e venduto in qualsiasi momento, proprio come un'azione quindi sono liquidi al 100%. Altro vantaggio è che con un ETF puoi "acquistare" un intero indice senza dover investire in ciascuna delle sue azioni.
Gli ETF associano tutti gli investimenti effettuati dai partecipanti allo stesso fondo, per poi effettuare operazioni di borsa con i suddetti investimenti, come se fossero bond o azioni. Ciò consente agli investitori di effettuare operazioni di mercato ottenendo profitti generati nel breve, medio o lungo termine, dagli interessi prodotti da tali investimenti.
Ad esempio emettendo un ETF Bitcoin, quest'entità dividerà la sua proprietà di BTC in azioni (negoziati su mercati tradizionali quali il NASDAQ). Successivamente viene acquistato e venduto dagli investitori nel mercato azionario. L'obiettivo di questo è ottenere profitti derivanti da suddette operazioni e dalla volatilità di BTC quindi qualsiasi investitore con o senza esperienza può trarre vantaggio dal trading con Bitcoin.


ETF FUTURES
Nel 2017 Cameron e Tyler Winklevoss proposero appunto un ETF per Bitcoin, che la SEC respinse chiamandolo Winklevoss Bitcoin Trust. Il motivo del rifiuto all'epoca era che BTC era scambiato su exchange in gran parte non regolamentati, con un alto rischio "di frode e manipolazione". Cboe Global Markets (CBOE), ha promosso la creazione di ETF futures per BTC.
Il 19 ottobre 2021, l'ETF ProShares Bitcoin Strategy ha iniziato a negoziare, per quello che sarebbe diventato il primo ETF correlato a Bitcoin. Il fondo, che opera sotto il ticker BITO, ha tracciato i prezzi della coppia Bitcoin/dollaro (BTC/USD) tramite contratti futures negoziati sul Chicago Futures Exchange ed ora è quotato alla borsa di New York. Sebbene il fondo consenta ai suoi investitori di shortare BTC, l'ETF ProShares si differenzia principalmente dagli altri ETF perché il suo valore non è direttamente legato al prezzo attuale, ma segue piuttosto il prezzo futuro. Un Bitcoin futures ETF è un titolo quotato in borsa che mostra i movimenti di prezzo dei futures di Bitcoin.
Sostanzialmente essi sono accordi tra i traders per acquistare o vendere Bitcoin a un prezzo concordato in una certa data, indipendentemente da ciò che accade al prezzo in tale data o prima.
Nel trading di future su criptovalute, i trader di futures non possiedono l'asset sottostante che stanno acquistando o vendendo: si tratta di un contratto per l'acquisto o vendita in una data futura (quindi non è proprio l'ideale).
Cosa vuol dire questo? Che il sottostante è un derivato a scadenza quindi con una certa divergenza di prezzo. Quando una parte del future scade, viene eseguito il rollover alla scadenza successiva (cioè scade e compri quelli a scadenza successiva per mantenere attivo il sottostante quindi il future essendo sovraprezzato rispetto al sottostante, ad ogni scadenza sussiste una leggera perdita in % per l'investitore). Dunque i derivati a scadenza non sono proprio l'ideale per investimenti a lungo termine perchè erodono il capitale, poco alla volta di scadenza in scadenza (rollover).


ETF SPOT
Gli ETF Spot offrono agli investitori l'accesso diretto al prezzo di Bitcoin vendendo azioni che tracciano il prezzo effettivo dell'asset dunque non c'è più un sottostante derivato (future). Ovvero si compra BTC al prezzo spot di mercato: non ci sono scadenze nè ribilanciamenti da effettuare.
L'accesso diretto al prezzo di Bitcoin è il motivo per cui la SEC sta rimandando l'evento da anni: paura di frodi e di manipolazioni del prezzo.
Per ottenere l'approvazione degli ETF spot Bitcoin, gli exchange di criptovaluta devono fornire dati trasparenti ai propri clienti in modo che qualsiasi violazione possa essere facilmente monitorata. 
Tuttavia, i sostenitori delle criptovalute ritengono che ciò violi l'idea alla base del motivo per cui esse sono nate. Ad oggi è presente qualche ETF spot solo in Europa ma non in America.


DIFFERENZE TRA ETF FUTURES E SPOT
La principale differenza tra un ETF futures e un ETF spot è la proprietà. In un ETF futures, i traders non possiedono alcun Bitcoin: devono solo stipulare un accordo sul prezzo di Bitcoin in una certa data futura. ETF spot richiedono invece agli investitori di avere effettivamente Bitcoin, che possono poi vendere a loro piacimento.
In secondo luogo, gli ETF Bitcoin Spot consentono agli investitori di acquistare azioni in base al prezzo effettivo di Bitcoin al momento del trading, mentre i future ETF verranno scambiati in base al prezzo dei futures Bitcoin (ovvero il prezzo alla scadenza del contratto). Il prezzo dei contratti può variare notevolmente dal prezzo effettivo di Bitcoin, il che lo rende non ideale per l'investitore medio senza alcuna conoscenza delle criptovalute. Il successo dipende dalla capacità dell'ETF di tracciare accuratamente il prezzo del Bitcoin, il che non è semplice ovviamente. Invece tramite un ETF spot non c'è alcuna "previsione" futura ma l'effettivo prezzo di BTC nel momento di acquisto/vendita (con tutti i vantaggi che abbiamo visto prima: regolamentazioni ed una più facile gestione da parte delle piattaforme che offrono la negoziazione). Un vantaggio nei futures Bitcoin è che poiché il prezzo è concordato in anticipo, non ci sono preoccupazioni per la volatilità. Qualunque cosa accada al prezzo del Bitcoin non influisce sull'accordo, quindi questo rimuove la volatilità (invece con lo spot, il prezzo è ovviamente volatile). In generale ETF spot consentirebbero agli investitori dei mercati finanziari tradizionali di conoscere Bitcoin in modo regolamentato. Questo potrebbe essere un buon modo per convincere le istituzioni ad investire in criptovalute.

venerdì 13 gennaio 2023

Gli Exchange Sono Sicuri? Proof Of Reserve, Proof Of Liabilities e Proof Of Solvency

La Proof Of Reserves è un rapporto inerente la liquidità a disposizione di un exchange centralizzato (dex in DeFi non ne hanno bisogno perchè sono non custodial, anche se le piattaforma sono auditate dal punto di vista degli smart contract). Questo quantitativo, revisionato da terze parti, dovrebbe coprire una quantità uguale (o superiore) ai fondi depositati dai clienti sull'exchange (Proof Of Reserve e cold wallet). Ogni asset dovrebbe essere coperto 1:1, questo per garantire il 100% del prelievo dei fondi degli utenti che stanno usando il suddetto servizio. Questa riserva dovrebbe prevenire una crisi di liquidità in uno scenario di "bank run", qualora tutti gli utenti volessero prelevare. La Proof Of Reserve, affinchè possa avere una certa valenza, dovrebbe essere un audit di terze parti che mostra i fondi dei clienti. Non si tratta di un audit in senso stretto ma il senso è quello. Gli exchange possono, a loro volta, pubblicare periodicamente i risultati degli audit e consentire ai clienti di tracciare in tempo reale le proprie riserve. Un auditor crea uno snapshot (albero Merkle) in un certo momento di tutti i fondi della società in questione, mostrando così una prova del fatto che la piattaforma analizzata abbia tutte le risorse necessarie per coprire il 100% dei prelievi in qualsiasi momento. L'albero Merkle aggrega il totale dei fondi dei clienti depositati sull'exchange, senza esporre dati privati.
Questo consente ai clienti di avere la certezza che la società a cui si stanno affidando i propri asset non abbia buchi di liquidità, dall’altro rende possibile prelevare i propri fondi in qualsiasi momento senza avere problemi eccessivi di privacy.
Questo auditor Merkle, a sua volta, consiste in un’impronta digitale a prova di manomissione, a cui gli auditor possono accedere per verificare le informazioni sui fondi. Il fatto che questi controlli possano essere fatti in tempo reale consente ai clienti di avere anche una garanzia di monitoraggio. Un eventuale limite è rappresentato dall’impossibilità di garantire una contabilità variabile nel tempo. Ovvero è possibile verificare gli asset on-chain del depositario, ma non la provenienza degli stessi, i quali potrebbero anche essere stati presi in prestito proprio per eseguire la Proof Of Reserve (e poi essere ridati indietro al reale proprietario. Chiaramente ogni operazione on chain è pubblica quindi grossi movimento verrebbero comunque notati). Sotto questa ottica sembrano un po' ridicole le (poche) Proof Of Reserve che andavano di moda sino a qualche mese fa, visto che venivano eseguite ogni 4-5 mesi.
Un altro limite può essere rappresentato dalla natura di queste riserve, ovvero se sono riserve reali, derivanti dalla vendita di altro, se sono cripto volatili (BTC, ETH, etc) o se sono stablecoin. Alto limite è se sono riserve liquide (subito disponibili) o illiquide (staking, vesting, etc). Le illiquide non dovrebbero contare come bilancio. Ovviamente avere una Proof Of Reserve come si deve e cold wallet pubblici non vuol dire che un exchange non possa andare in bancarotta perchè bisogna sempre vedere come questi fondi vengono gestiti. 

Qui puoi trovare i cold wallet monitorati: 

Qui invece le Proof Of Reserves: 


La Proof Of Liabilities è la prova che non devi più di un certo quantitativo di asset (è la somma delle passività di tutti i clienti). Se ai clienti devi 50.000 BTC e ne hai 55000, sei solvente. Il problema di questa prova è che non viene dimostrato che l'exchange abbia il reale possesso di quei fondi nè il controllo delle chiavi.

La Proof Of Solvency è lo step finale che un exchange dovrebbe garantire: ovvero avere fondi maggiori del proprio debito e dimostrarne la proprietà. Insomma ingloba sia la prova di riserva che quella di passività. Ovvero l'importo detenuto in custodia deve essere maggiore delle passività. Essa si attua mediante:
-un albero Merkle per il rapporto sulle passività pronto per essere verificato
-Meccanismi di auditing e verifica in tempo reale delle riserve e delle passività
-Prova di proprietà sulle chiavi dei portafogli in cui sono detenuti i fondi
-Meccanismi per garantire la privacy del cliente e mostrare evidenza di riserve e passività

venerdì 6 gennaio 2023

Prestiti In DeFi? Cos'è Il LTV e La Soglia Di Liquidazione

Quando si chiede un prestito (Borrow) in DeFi sostanzialmente ci si indebita quindi si rischia la liquidazione se la mia garanzia scende troppo di prezzo. Il tutto avviene su piattaforma di Lending (Money Market). Un Lender deposita liquidità ed ottiene un'interesse che viene pagato dal Borrower che chiede un prestito (chi chiede un prestito poi dovrà restituirlo con gli interessi e questi vanno a chi deposita liquidità e una parte alla piattaforma). Il tasso di interesse per chi deposita aumenta all'aumentare della domanda per quell'asset. Al contrario, se tutti depositano un asset e nessun lo prende in prestito (poca domanda e tanta offerta), il tasso d'interesse per chi fornisce liquidità di quell'asset...scende. Un Money Market deve sempre avere liquidità libera (cioè una riserva che consenta al Lender di prelevare in qualsiasi momento), a questo proposito ogni piattaforma ha una certa % di saturazione, oltre la quale l'interesse per chiedere un prestito diventa altissimo e allo stesso modo anche l'APY per chi fornisce liquidità diventa altissimo: ciò serve per incentivare i depositi e ridurre i prestiti (perchè costa di più restituirli). All'aumentare del tasso di utilizzo di un asset, aumenta l'interesse per chiedere il prestito (Borrow APY). Ovviamente questi incentivi funzionano se la piattaforma è liquida (molto meno se ha poca liquidità).


PERCHE' CHIEDERE PRESTITI?
Perchè dovrei chiedere un prestito? Magari sto holdando ETH, ho bisogno di liquidità e non li voglio vendere. Blocco i miei ETH come garanzia (collaterale) ed ottengo un prestito (di norma in stablecoin che posso mettere a rendita o utilizzarle per comprare altro o uscire in fiat; prestiti non sono eventi tassabili). Altrimenti potrei anche bloccare ETH (o BTC), prendere stable e comprare altri ETH (o BTC). Di base se 1 ETH vale 1000$ non posso ottenere 1000$ in prestito perchè altrimenti il mio prestito, in pochi secondi, potrebbe diventare sottocollateralizzato (qualora ETH scendesse di prezzo). Se ETH scende a 900$ e ne ho presi 1000$ in prestito potrei non essere più invogliato a ripagare il prestito, per questo motivo posso al massimo prendere in prestito ad esempio 2/3 del collaterale (ovvero blocco 1000$ e ne prendo in prestito 660).
 
Di solito le strategie di Borrow sono due:
1) Blocco un token volatile e prendo in prestito una stablecoin (vengo liquidato se il mio collaterale scende di prezzo)
2) Blocco una stablecoin e prendo in prestito un token volatile (in questo caso vengo liquidato se la somma presa in prestito sale troppo di prezzo)

Il LTV ci indica la quantità massima che posso prendere in prestito, oltre la quale potrei essere liquidato ("potrei" perchè di solito il LTV massimo è qualche punto in % inferiore rispetto alla liquidazione). Ogni collaterale non deve essere come controvalore in dollari minore rispetto ai prestiti elargiti altrimenti la piattaforma si ritrova con "bad debit" (insolvenza/default). Nessun borrower deve essere insolvente, quando il collaterale scende troppo avviene la liquidazione.


LTV 
Il Loan To Value (LTV) è dunque il mio potere di indebitamento massimo dopo aver depositato una determinata garanzia (collaterale). "Value" è riferito al mio deposito. Nel momento in cui chiedo un prestito, andrò a depositare una garanzia X. Di questa garanzia posso prendere in prestito un controvalore in dollari inferiore ovviamente alla somma depositata. 
Ad esempio, se una garanzia ha un LTV del 60%, puoi prendere in prestito fino a 0,60 ETH (in dollari) per ogni ETH depositato. Se 1 ETH=1000$ posso prendere in prestito al massimo 600 USDC (600$). Ovvero il LTV massimo a cui ti puoi spingere. Di solito il LTV massimo è inferiore alla soglia di liquidazione. Così non fosse, se ipotizziamo appunto la liquidazione sia al 60% e puoi prendere il 60% in prestito, verresti liquidato quando il LTV supera il 60% (magari dopo qualche secondo, se il collaterale scendesse di pochissimo). Invece non ho problemi se LTV si mantiene sotto questa percentuale. Da questo discorso si evince che se la soglia di liquidazione è fissata al 70%, dovrei poter prendere in prestito al massimo un 60 o 65% come LTVmax (nessuno mi vieta, per un questione di sicurezza, di prendere in prestito il 50% o anche meno).

LTV è dunque il rapporto tra "valore preso in prestito"/"deposito". Se ho preso in prestito 400$ e ne ho depositati 1000$, ho un indebitamento dato da 400$/1000$=0.4 per 100=40%.
Se il mio LTV max è del 60% posso prendere in prestito sino a 600$, ovvero 600$/1000$=0.6 per 100=60%.

Come si può vedere, se LTVmax corrisponde alla liquidazione ed ho un LTV massimo del 60%, potrei prendere in prestito 600$ dei 1000$ depositati ma se la mia garanzia scendesse a 999$ (il mio deposito come garanzia è sempre di 1 ETH ma appunto ETH sta scendendo di prezzo), avrei 600$/999$=0.6006 per 100=60,06% (ovvero avendo superato il 60%, i miei asset andrebbero in liquidazione perchè sono sotto-collateralizzati e ne perderei una parte o il prestito mi viene chiuso + una fee di liquidazione). Quando si verifica una liquidazione, i liquidatori rimborsano parte o tutto l'importo in prestito per conto del mutuatario. In cambio, possono acquistare la garanzia con uno sconto e trattenere la differenza come bonus.

Riepilogando, se ho un collateral factor (liquidazione) del 70% sulla somma depositata, dovrei poter prendere in prestito al massimo il 60% (LTV max) della mia somma depositata. Tuttavia, per essere ancora più sicuro, posso prendere in prestito "solo" il 55 o 50% e non il 60% (ovvero sfrutto un potere d'indebitamento inferiore rispetto al massimo, quello che alcune piattaforme chiamano "Borrowing Power"). Queste % sono variabili, in base alla piattaforma. Se il prestito che ho preso arriva a valere il 70% del mio collaterale vengo liquidato (il prestito viene chiuso, il mio collaterale è venduto a sconto + fee di liquidazione).


HEALTH FACTOR
Alcuni protocolli utilizzano l' "Health Factor" che indica quanto è "sicuro" il tuo prestito, calcolato come la proporzione della garanzia depositata rispetto all'importo preso in prestito (rapporto tra LTV attuale e quello della liquidazione). La liquidazione viene evitata se questo fattore è superiore ad 1.

Per approfondire su argomenti simili:


C-RATIO
Ci sono protocolli come Synthetix Network che aprono debiti in automatico quando si fa staking del token nativo della piattaforma (SNX) ma in questo caso si parla di "C-Ratio", ovvero rapporto di collateralizzazione fissato idealmente al 400%. In questo caso, per ogni 4$ depositati in SNX si riceve 1/4 in prestito (sostanzialmente ricevi 1 sUSD che vale 1$). Se deposito 1000$, avrò in prestito 250$ sUSD (ovvero il 25% del mio collaterale).
Il flag con parte degli asset liquidati (penalizzazione) in questo caso giunge quando il C-Ratio scende al 145% (chiaramente aggiungendo altro collaterale, in questo caso SNX o burnando gli sUSD avuti in prestito si torna verso il 400%) che a grandi linee è una soglia di liquidazione del 69% (C-Ratio del 400% diviso 145% che è la soglia dove si viene flaggati e si ottiene 2.76 moltiplicato per 25% si ottiene la liquidazione che è circa 69%). Chiaramente non hai bisogno di fare tutti questi calcoli, ti basta sapere che il rapporto di collateralizzazione è del 400% e che per ogni dollaro ne ottieni il 25% (1/4). Il dump del collaterale SNX che fa scendere il C-Ratio ti porta al flag e a penalizzazioni non al 380, 300 o 250 ma quando il rapporto giunge al 145% (questo rapporto è comunque variabile).

mercoledì 4 gennaio 2023

Normativa 2023 Sulle Cripto: Anni Passati, Imposte Su Plusvalenze, NFT

In Italia, secondo ChainAnalysis, ci sarebbero 90 miliardi di euro in asset digitali al 31 dicembre 2021. L'idea del governo Meloni è quella di fare cassa provando a regolarizzare un settore che aveva vissuto sempre nell'ombra, senza regole. Da questa nuova normativa secondo delle stime potrebbero entrare 3 miliardi di euro tra sanatoria, plus valenze e mancate dichiarazioni
Dal 1° gennaio 2023 infatti è entrata in vigore la nuova normativa inerente le criptovalute, inizialmente presentata come bozza a novembre. Prima di questa data, l’unico riferimento era rappresentato dagli interpelli dell’Agenzia delle Entrate, che classificava le cripto simili a valute estere, a parte l'IVAFE.
La normativa entrata in vigore nel 2023 (e valevole per la dichiarazione del 2024) definisce le criptovalute come "asset digitali", e verranno tassate in caso di vendita in fiat (anche rimanendo gli euro sugli exchange), prelievo in fiat sul proprio conto e di trasferimento a terzi (donazioni e scambio con beni e servizi, comprendendo ovviamente anche le varie carte cashback di Binance e Crypto.com. Il cahsback andrà sommato a tutti gli altri possedimenti in cripto). Le plusvalenze (capital gain), invece, avranno una tassazione al 26%, ma solo al superamento di 2.000 euro annui totali (quindi ad esempio con 5 prelievi da 500 euro verrebbero tassate in quanto sono 2.500 euro di cash out). Non parrebbero tassati gli scambi cripto/cripto, poco chiara la legge su cripto/stable. Tassati invece scambi cripto/NFT e in generale cripto/beni (in quanto non sono tassati gli scambi solo tra categorie omogenee, ovvero BTC/ETH).
Viene anche introdotta una "sanatoria", la quale, attraverso il pagamento di un’imposta del 3,5%, permette di mettere in regola chiunque avesse effettuato un cash out precedentemente al 1° gennaio 2021, dando la possibilità di affrancare il valore al 1° gennaio 2023 pagando il 4,67% all’anno per 3 anni. Rimane abbastanza misteriosa questa sanatoria in quanto prima di questa legge, non esisteva alcuna normativa (seppur gli ormai vecchi interpelli dell'Agenzia dell'Entrate pretendevano la compilazione del quadro RT e RW inerente monitoraggio e il pagamento del 26% qualora si fosse superata la soglia di 51.000 euro per 7 giorni consecutivi, facendo cash out. Duole ricordare che l'Agenzia dell'Entrate non ha potere di diramare leggi).
Il riferimento ad "Asset digitali" dovrebbe comprendere anche NFT, considerando periodi di acquisto e vendita, rimane invece un mistero l'eventuale monitoraggio (non essendo possibile indicare un prezzo di riferimento ad una certa data, se si sta holdando quel NFT).
Il monitoraggio (RW) va fatto, a parte sugli exchange italiani qualora facessero da sostituto d'imposta.


PLUSVALENZE E MINUSVALENZE
Le plusvalenze soggette a tassazione sono calcolate come differenza tra il corrispettivo percepito e il costo (valore di acquisto), mentre le eventuali minusvalenze di importo superiore ai 2.000 euro possono essere portate in deduzione integrale dalle plusvalenze degli anni successivi, sino al quarto. Se non si riesce a dimostrare con bonifici il costo di acquisto, i possedimenti verranno considerati tutti plusvalenza.
Vengono quindi riportate anche le eventuali minusvalenze sino ad un massimo di 4 anni. Ovvero se faccio una minusvalenza superiore a 2000 euro, l'anno successivo andrà sottratta all'eventuale plusvalenza (se faccio una minus di 3000 e l'anno successivo una plusvalenza di 5000, pagherò le tasse del 26% sui 2000 euro e non su 5000)


EXCHANGE FELLITI O SCAM
Eventuali cripto perse non vanno dichiarate nel quadro RW e farebbero da minusvalenza, qualora si riesca a dimostrare la loro perdita.


DONAZIONE
Per quanto riguarda la donazione di un asset crypto, invece, fa fede il costo di acquisto del donante. In questo senso, verranno considerate plusvalenze quelle relative a casi di trasferimento a soggetti diversi dagli intestatari.


BOLLO
Viene aggiunta l’imposta di bollo del 2×1000 sul valore delle cripto-attività, da pagare nel giugno 2024. Non viene specificato quali sono i valori di riferimento (momento della giornata, su quale exchange, etc) ma è applicato sulla giacenza.


RIVALUTAZIONE CRIPTO ATTIVITA'
E' anche prevista dalla legge la rivalutazione del valore delle cripto-attività detenute al 1 gennaio 2023. Al posto del costo di acquisto originario è possibile assumere il valore a tale data attraverso il pagamento di un’imposta sostitutiva sui redditi del 14%, rateizzabile in 3 rate annuali, con prima rata da versare entro il 30 giugno 2023. È concessa quindi la scelta di rideterminare il costo di carico attraverso il pagamento dell’imposta, il che potrebbe essere conveniente in caso di presenza di pochi bonifici di investimento effettuati o nella mancanza degli stessi. Cioè viene assunto una tassazione del 14% su tutto il quantitativo all'1 gennaio 2023 (e non sulle plusvalenze/minusvalenze) tramite F24.


MANCATA DICHIARAZIONE PASSATA
Per chi non ha fatto il monitoraggio delle cripto detenute alla data del 31 dicembre 2021 (e in assenza di cash out), sarà possibile regolarizzare la posizione versando una sanzione (condono) per omessa dichiarazione nella misura dello 0,5% per ciascun anno sul valore delle attività non dichiarate (dal 2018 sino al 2021), prendendo come riferimento il valore di fine anno, per ogni anno. In caso di cash out da dichiarare, invece, sarà concessa un’imposta sostitutiva del 3,5% per ogni anno non dichiarato (non sul plusvalenza ma sulla somma totale in possesso!). Anche in questo caso, le sanzioni verrebbero applicate, pur non essendoci mai stata una legge prima del 2023.


RIEPILOGO
Chi non ha mai dichiarato andrà a pagare lo 0,5% sul valore delle cripto possedute al 1° gennaio degli anni in questione. Nel caso di cash out precedenti al 1° gennaio 2021 non dichiarati, l’imposta sostitutiva sarà del 3,5% su questi ultimi. Tutti quelli che registrano valori di carico inferiori rispetto al valore attuale potranno rivalutare il capitale al 1° gennaio 2023, versando all'Agenzia delle Entrate il 14% sul valore del capitale in 3 anni. Infine, le plusvalenze fatte dal 1° gennaio 2022 sono tassate al 26%.

domenica 1 gennaio 2023

Tutti I Principali Avvenimenti Crypto Del 2022 (Recap Mese Per Mese)

Il 2022 crypto non è stato un anno da ricordare. Certamente il Bear Market era abbastanza prevedibile perchè tutto ciò che sale velocemente (2021) scende altrettanto velocemente. Non esiste un asset che possa salire indefinitamente. I grandi Bear Market c'erano già stati nel 2014, 2018 e ora nel 2022. I mercati rialzisti sono avvenuti nel 2013, 2017, 2021 (Bitcoin ATH). Non sarà la fine di tutto perché FUD ed eventi negativi si sono verificati anche in passato. Tuttavia in questo 2022 si sono verificati molti scandali. Rivediamo l'anno.


LO SCANDALO DI WANDERLAND (GENNAIO 2022)
Il concetto di Treasury e DAO è nato con Olympus, la piattaforma creata da Zeus. Da questa piattaforma sono nati diversi fork, tra cui Wonderland. Questa piattaforma garantiva il 65.000-90.000% di APY. Ovviamente non sostenibile, tuttavia l'idea era quella di dare sempre più token a chi investiva in bond sotto forma di LP. Il prezzo sarebbe sceso nel tempo ma la quantità di token avrebbe dovuto compensare la diluizione del prezzo. Lo scandalo che ha decretato la fine della piattaforma è stata la scoperta che la tesoreria era gestita da un criminale: Sifu (incorporato in un altro scandalo nel 2019: l'exit scam dell'exchange Quadriga CX. Su Netflix è stato girato anche un film perché secondo indiscrezioni il fondatore ha escogitato un exit scam, fingendosi morto). Tutta l'infrastruttura che avrebbe dovuto includere anche Abracadabra e Popsicle (e integrare Sushiswap) è crollata con la fine di Wonderland. Il token DAO è stato etichettato come Wonderful Memo ma di meraviglioso da ricordare non c'è stato assolutamente nulla.



GUERRA E DONAZIONI ALL'UCRAINA (FEBBRAIO 2022)
L'invasione russa dell'Ucraina dopo anni di conflitti e attriti ha dimostrato la bestialità degli esseri umani. Tuttavia, anche l'importanza che le criptovalute potrebbero avere in futuro. Utenti russi hanno avuto i loro fondi bloccati sia nelle banche che negli exchange, tuttavia questo problema è stato parzialmente arginato utilizzando le criptovalute tramite pagamenti on-chain. L' Ucraina ha anche ricevuto donazioni (anonime) tramite criptovalute.



LA BLOCKCHAIN ​​È IMMUTABILE? (MARZO 2022)
Anche se non si parla di un protocollo famoso, marzo sarà ricordato per la folle prop 16 su Juno Network. Questa proposta mirava a "prelevare" fondi da un portafoglio di un'entità chiamata "Game" tramite un fork della chain. Juno è stato airdroppato agli staker Atom in un rapporto 1:1 fino a un hard cap massimo (50.000 Atom). Tuttavia, il validatore "Game" (su Cosmos) ha creato diverse dozzine di portafogli contenenti ciascuno 50.000 Atom, ricevendo 50.000 Juno su ciascun portafoglio. Come faceva a sapere dell'airdrop? L'airdrop di Juno è stato uno dei primi nel mondo Cosmos (dopo Osmo) e in quei mesi ancora non si sapeva dell'usanza dei nuovi protocolli di premiare gli stakers di Atom con airdrop. È stata solo una coincidenza? Non è importante. La prop 16 mirava a forkare la chain e lasciare il validatore con solo 50.000 Juno, rimuovendo tutti gli altri token. Ti ricorda il fork di Ethereum che ha portato alla rottura della chain in ETH ed ETC a causa del noto hack?



KYC PER PORTAFOGLI NON DEPOSITIVI? (APRILE 2022)
Al Parlamento europeo è in fase di elaborazione questo disegno di legge per combattere il riciclaggio di denaro: identificare tutti i portafogli non custodial utilizzando KYC. Tu prelievi da uno exchange a Metamask? Devi dimostrare che l'indirizzo di prelievo è il tuo. Una proposta semplicemente folle che mira a creare database di dati di grandi dimensioni che, se violati, esporrebbero i dati dei clienti a criminali e hacker. Basti pensare a quante truffe si potrebbero fare...phishing su email e sms, chiamate, anche attacchi fisici e minacce. Tutto il tuo saldo sarebbe pubblico idem tutti gli indirizzi non custodial sarebbero riconducibili ad un nome e cognome.



IL COLLASSO DI LUNA, UST E ANCORA (MAGGIO 2022)
Maggio sarà sempre ricordato per aver visto scomparire uno degli ecosistemi più prosperi e importanti: Terra. Luna e la stable algoritmica Ust sono andate a 0. Ust è stato creato attraverso un sistema di signoraggio che prevedeva: che ad ogni mint di 1 Ust sarebbe stato burnato $ 1 di Luna e viceversa. Ust aveva già perso il peg nel 2021, tuttavia l'ecosistema era sempre più maturo. Ust era stato listato ovunque ed Anchor era ormai diventata la principale piattaforma di lending. Anchor garantiva il 19% sulla stable Ust attraverso un classico sistema di lending. Le garanzie (bLuna e bETH) erano messe in staking per aumentare i rendimenti fino al 19%, in più veniva utilizzata una riserva. Quando Ust ha perso il peg a causa degli incessanti prelievi su Anchor e degli short sugli exchange: l'ecosistema di una stable algoritmica basato sul proprio token nativo (Luna) ha mostrato tutti i suoi limiti. Luna, seguendo Ust, è andato a $ 0 in pochi giorni. Chi ha realizzato l'attacco? Do Kwon? La Luna Foundation Guard? Attaccanti esterni? Qualcuno ha anche malignato che Anchor fosse uno schema Ponzi.



FALLIMENTO DI CELSIUS NETWORK E THREE ARROWS CAPITAL (GIUGNO 2022)
Probabilmente derivante anche dal contagio causato dal crollo di Luna e Ust, quasi tutti i lenders sono entrati in crisi. Prima Celsius Network, poi Three Arrows Capital. Nei mesi successivi sono entrate in crisi altre piattaforme di prestito centralizzato: Voyager (luglio), Hodlnaut (agosto), BlockFi (novembre), senza considerare le difficoltà di Grayscale, Genesis Capital e Gemini. Interessi troppo alti? Strategie troppo aggressive di questi istituti di credito per garantire APY vicino al 10%? Cattiva fede? Contagio? Sicuramente è un misto di tutte queste ipotesi. Ad oggi, sono scampate al contagio Ledn e Nexo.



INSIDER TRADING SU COINBASE (LUGLIO 2022)
Possiamo facilmente immaginare che gli exchange traggano profitto dal listing di nuovi token e possano trasmettere informazioni privilegiate all'esterno. Se sai che un token sta per essere quotato, hai un grande vantaggio e puoi acquistarlo i mesi precedenti (si sa che al listing i token pompano). Alcuni che lavoravano per Coinbase sono accusati di aver passato alcune di queste informazioni a conoscenti o estranei. Questo merita attenzione perché Coinbase è trasparente essendo quotato in borsa.



ARRESTATO LO SVILUPPATORE DI TORNADO CASH (AGOSTO 2022)
Tornado Cash è un mixer che garantisce l'anonimato poiché dopo aver utilizzato questa dapp la "memoria" delle transazioni si perde e non possono più essere collegate tra loro. Il protocollo nasce per garantire la privacy ma ovviamente può essere utilizzato anche per riciclare denaro. Negli Stati Uniti, tutti gli indirizzi che hanno interagito con Tornado Cash sono stati inseriti nella lista nera degli exchange. Lo sviluppatore principale è stato arrestato. È questa la soluzione? Direi di no. Anche i coltelli dovrebbero essere messi fuori legge? Puoi usarli in cucina ma anche per uccidere. Arrestiamo chi ha inventato i coltelli? E' un po' lo stesso discorso che si faceva 20 anni fa per il file sharing (P2P).


MERGE ETHEREUM (SETTEMBRE 2022)
Non tutti i mesi del 2022 sono stati negativi. L'evento più importante dell'anno arriva a metà settembre: Ethereum passa da Proof Of Work a Proof Of Stake (Merge). Niente più mining. Sicuramente questo rende Ethereum una blockchain più sostenibile e non inquinante. Qual è il lato negativo? Maggiore centralizzazione e rischio di censura. Nel mondo delle criptovalute ci sono sempre dei compromessi.



FALSE SPERANZE (OTTOBRE 2022)
In generale, quasi tutto il 2022 è stato negativo in termini di eventi e price action. Tuttavia, ottobre ha visto una ripresa in tutti i mercati con BTC ed ETH che hanno guadagnato il +6 e il 20%. Dead Cat Bounce? Sì perchè la tempesta era dietro l'angolo.



IL COLLASSO FTX (NOVEMBRE 2022)
Insieme al collasso dell'ecosistema Terra, è sicuramente l'evento negativo dell'anno. Il secondo più grande exchange dopo Binance ha buchi di liquidità. Un'indagine di CoinDesk fa luce sui buchi di liquidità dell'exchange guidato da Sam Bankman Fried. In pratica i fondi depositati dai clienti sono stati utilizzati per coprire i debiti di Alameda Research (gestita anche da Sam), acquistare appartamenti a Miami, alle Bahamas, per sponsorizzazioni, compravendite. FTX era sponsor anche dell'arena dei Miami Heat (NBA) e sulle vetture di F1. Quando l'inchiesta è venuta fuori, FUD è stato diffuso su Twitter e poi CZ di Binance ha dato il colpo di grazia al suo rivale dicendo che avrebbe venduto nei mesi successivi tutto il suo holding di FTT (il token di FTX). È iniziata una bank run senza precedenti con 7 miliardi di dollari di prelievi in ​​48 ore. Bankman viene arrestato il 12 dicembre, le accuse sono: truffa, frode informatica, riciclaggio di denaro, manipolazione di mercati, insider trading, cospirazione. Nel corso delle settimane sono emerse cose inquietanti sulla gestione dei fondi dei clienti, ma se non hai vissuto sulla luna negli ultimi 2 mesi, dovresti già sapere tutto al riguardo. C'è stata molta FUD anche su altri exchange tra cui Kucoin e Crypto.com ma sono tutti sopravvissuti. Altri, tipo il piccolo exchange di Honk Kong ovvero AAX, hanno colto la palla al balza per realizzare un exit scam.



PROOF OF RESERVE (DICEMBRE 2022)
La narrativa venuta alla luce a dicembre a seguito dello scandalo FTX ha rafforzato i fondamentali di Bitcoin: non devi fidarti di nessuno. Nessun exchange è sicuro. Tutto può finire dall'oggi al domani. Il crollo di FTX ha portato alla ribalta la necessità che gli exchange forniscano una "prova di riserva" e quindi di "solvibilità" che dimostri in tempo reale la presenza di liquidità.


Ci sono stati altri eventi degni di nota come:
-ingresso nel mondo NFT di aziende come Dolce e Gabbana, Tiffany, Givenchy, Prada, Puma, Adidas, Asics, Warner Bros, Ubisoft
-l'hack di Ronin di 625M$ (marzo), del Wormhole (a febbraio), del Binance bridge (ad ottobre) o persino l'hack di un'intera blockchain ovvero Harmony (a giugno)
-partnership tra Polygon e Disney inerente realtà aumentata ed AI (luglio)
-BetaShares ha lanciato un ETF nel metaverso (agosto) sulla scia di Bloomberg Metaverse Select che ha integrato NVIDIA e Meta
-integrazione di pagamenti fiscali in Norvegia nel metaverso di Decentraland (ottobre)
-partnership tra Mastercard e banche per il trading di Crypto (ottobre)
-integrazione di Moonpay su Uniswap per utilizzare carte di credito e bonifici in DeFi senza passare da exchange (dicembre)
-bancarotta di Core Scientific, società inerente il mining di BTC (a dicembre)
-Telepass che integra NFT (dicembre)
-collaborazione tra Visa ed Ethereum per i pagamenti automatici in Crypto (dicembre)