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venerdì 5 giugno 2015

Cos'è e Come Funziona L'Astroturfing

Il termine Astroturfing fu coniato negli USA negli anni 80.
Nasce come tecnica di alterazione della percezione sulle qualità di un dato prodotto commerciale.
Si basa infatti sull'idea che molti giudizi positivi verso un certo prodotto influenzino le scelte dei consumatori spingendoli all'acquisto o comunque a formarsi un'opinione positiva del prodotto stesso.
Questa tecnica può essere usata per bilanciare giudizi negativi in modo da rendere neutra la percezione che arriva al pubblico.
Questo fenomeno si diffonde pure sul web, dove talvolta il termine è usato in maniera restrittiva per caratterizzare le false impressioni positive di contenuti pubblicati in rete.
In questo ambito la pratica più comune è rappresentata dai "commenti positivi" che possono accompagnare recensioni o presentazioni di singoli prodotti.
Una variante della tecnica consiste nel creare un diverso contenuto, ad esempio un commento su un blog magari a mezzo di Sockpuppet.
Per Sockpuppet(utente fantoccio) ci si riferisce semplicemente ad un account clone, creato ad hoc, per rilasciare commenti/pareri positivi sull'oggetto in questione.


COME FUNZIONA
Tra le varie attività in primis c’è quella di creare personaggi (e relativi profili social) del tutto immaginari e farli interagire secondo un copione ben definito, così da seminare sul web una serie di post, articoli, commenti, ma soprattutto intere conversazioni del tutto artificiose intorno ad un prodotto, un servizio, un tema politico, etc. con l’obiettivo di generare interesse negli utenti reali.
Sono in molti ad utilizzare questa tecnica per avere successo.
Forti dell’anonimato fornito dalla rete, creano caselle e-mail, profili falsi su blog, forum, chat room, social network come Facebook e Twitter e con quelli girano per la rete creando commenti di falsi consumatori entusiasti (o, se serve, arrabbiati).
Chi fa Astroturfing normalmente non si limita a lasciare in giro per la rete “qualche contenuto” o “qualche affermazione”, ma costruisce intere conversazioni facendo interagire più profili falsi di altrettanto falsi consumatori.
Certo è un’attività estremamente onerosa in termini di tempo ma se realizzata con arguzia consente di ottenere risultati impressionanti perchè nulla è lasciato al caso.


E' LEGALE?
L'Unione Europea, anni fa, ha decretato che l’Astroturfing rientra fra le forme di pubblicità ingannevole e concorrenza sleale, perché le campagne organizzate suscitano reazioni che vengono spacciate per spontanee ma che in realtà poggiano su strategie subdole.
Per questo l’UE ha varato una direttiva che è stata recepita dal Parlamento con il decreto legislativo n.146 del 2 agosto 2007 che prevede fino a a 500.000 euro di multa per chi esercita l’arte dell’inganno online, ed è compito dell’Antitrust vigilare vigilare sull’osservanza del decreto.
Ad esempio lo Stato di New York, tramite un’ accurata indagine e una sentenza esemplare, ha condannato un’ azienda di chirurgia plastica a una multa di 300 mila dollari, oltre al divieto assoluto di reiterare tali comportamenti ingannevoli utilizzando come prova la mail in cui l’azienda sollecitava i propri dipendenti a scrivere commenti positivi in Rete come parte del proprio lavoro.
D’altro canto ci sarebbe da chiedersi chi protegga gli utenti dalle false recensioni pubblicate dagli albergatori con i più svariati stratagemmi, non tanto a detrazione dei competitor, quanto più per gonfiare e falsare il proprio ranking.
Da qualche anno, questa pratica, è diventata un’attività estremamente pericolosa: mentre infatti TripAdvisor ha adottato un sistema di riconoscimento pubblico degli alberghi le cui recensioni risultano sospette, in America le reviews false pubblicate on-line per manipolare le scelte degli utenti sono diventate perseguibili per legge.
Sono già in molti gli hotel che possono vantare il cosiddetto “bollino rosso” di TripAdvisor.
Per mettere in guardia gli utenti, ma soprattutto per scoraggiare gli albergatori dal pubblicare recensioni fraudolente, il sito ha introdotto una dicitura in rosso sulla pagina degli alberghi le cui reviews, a seguito di segnalazioni degli utenti e relativi accertamenti, sono risultate false.
Il messaggio recita: “TripAdvisor ha ragionevoli motivi di credere che questa struttura o individui associati a questa struttura, abbiano tentato di manipolare il nostro indice di popolarità interferendo con la natura obiettiva delle nostre recensioni. Per favore, siete pregati di tenere conto di questo durante il processo di ricerca di informazioni per i vostri piani di viaggio”.


LE AZIONI LEGALI IN USA
In USA, da qualche anno, le autorità si sono mosse per contrastare il fenomeno: ad esempio a New York 19 aziende sono finite in tribunale e punite severamente.
Ci è voluto più di un anno per portare a conclusione l’operazione “Clean Turf”(2013), un’indagine sulle pratiche scorrette di gestione della reputazione, sulla manipolazione dei siti di recensioni UGC e sull’Astroturfing.
Ad esempio nel 1998 la Microsoft fu oggetto di uno scandalo telematico per aver effettuato dell'Astroturfing al fine di indebolire la posizione del Dipartimento della Giustizia USA, intenzionato ad applicare contro la compagnia severe misure di antitrust.
Tempo dopo la stessa Microsoft fu di nuovo pizzicata a perserverare nella stessa pratica, stavolta per promuovere il sistema operativo Windows XP, in forme comunicative simili a quelle usate dalla concorrente Apple.
Nel 2009 l’azienda di chirurgia estetica LifeStyle Lift fu costretta a pagare 300.000 dollari per aver realizzato recensioni online fasulle e nel 2010 fu la volta della Reverb Communications, che spingeva i propri dipendenti a scrivere false recensioni per i clienti.
In un comunicato stampa ufficiale pubblicato sul suo sito online, si annuncia che il Procuratore Generale di New York Eric T. Schneiderman ha imposto a 19 tra aziende di marketing e fornitori di servizi una multa di 350.000 dollari, oltre all’assicurazione che la pratica illegale non si ripeterà.
Per venire a capo della questione, gli assistenti del procuratore si sono finti proprietari di una nuova yogurteria di Brooklyn e si sono messi in contatto con numerose aziende di SEO e marketing online chiedendo aiuto per contrastare le recensioni negative.
Dall’indagine è saltato fuori che un gran numero di aziende “SEO” offriva come fosse una pratica scontata, un servizio di redazione di recensioni positive fasulle su siti come Yelp, Google Local e Citysearch.
Le aziende affidavano l’incarico a copywriter freelance, solitamente collocati in Paesi Emergenti come le Filippine e l’Europa dell’Est, pagando da 1 a 10 dollari a post.
Dal momento che alcuni siti come Yelp hanno algoritmi che individuano più facilmente e colpiscono con più durezza questa pratica, ogni autore doveva dotarsi di un sistema per mascherare l’IP e creare tutta una serie di identità fasulle, magari dotate già di un certo numero di recensioni e amici.

4 commenti:

  1. Se posso aggiungere: quasi tutte le multilevel che operano via internet con schemi piramidali fanno largo uso di questo stratagemma.

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    1. Si si vero...del resto è uno stratagemma vecchio come il mondo che però "frutta".
      Penso appunto anche a tutti i ristoranti, pizzerie, hotel che nei siti di recensioni ne fanno/facevano uso.

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  2. d'altra parte gli algoritmi di google penalizzano i siti satellite creati ad arte per proporre una risorsa centrale. Non so oggi se analizzino i collegamenti nei commenti.
    Fino al 2006-2008 di sicuro i commenti contribuivano al cambiamento della serp. Oggi boh... sono talmente tante le risorse online.
    So che twitter ha raggiunto un accordo con google per l'indicizzazione delle risorse del social network.

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    1. Si, pensa che finanche avere un sito in firma su qualche forum (ad esempio) viene interpretato da Google come "spam" quindi in teoria si dovrebbe essere penalizzati.
      Poi, esattamente, come funzioni l'algoritmo di Google(e tutto ciò che tiene in considerazione) è difficile da capire.

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