Il rapporto semestrale Meter Onlus (contro la pedofilia) ha messo in evidenza che negli ultimi 6 mesi i pedofili hanno lasciato i social network (circa 3000 segnalazioni in meno rispetto all'anno passato), scegliendo forme più sofisticate per scatenare le loro perversioni: il Deep Web.
Le foto sarebbero 1.946.898, in netto aumento rispetto al 1.180.909 di un anno e mezzo fa.
I video rilevati erano 76.200 nel 2015, ora sono 203.047 (3 volte di più).
La condivisione avviene tramite servizi come Dropfile che consente lo scambio temporaneo di file rendendo il materiale disponibile per un tempo limitato (al massimo 24 ore).
Poi si cancella, senza lasciare tracce.
Molto utilizzato anche iCloud: le segnalazioni totali sono 314 contro le 80 del Report 2015.
Nel novembre del 2016, Meter segnala un indirizzo .onion di pedopornografia contenente 82.046 video pedopornografici (quasi 500mila download).
A marzo 2017 sullo stesso portale sono presenti 109.535 video: in 4 mesi sono stati caricati 27.489 video e 685.590 utenti li hanno scaricati.
I protagonisti sono bambini tra 0 e 3 anni, sino ad un massimo di 13.
NAZIONI PEDOFILE
Tonga (4.156 segnalazioni), seguita da Russia (635) e Nuova Zelanda (312) sono le nazioni che hanno subito le maggiori segnalazioni.
In questa triste classifica anche la Slovacchia.
L’Italia si ferma a quota 15.
Per le Americhe: Colombia, Groenlandia, Canada (22, 16, 4).
Asia: India, Iran, Giappone (56, 16, 5).
Africa: Libia, Gabon, Mauritius (167, 43, 32).
Oceania: Tonga, Nuova Zelanda, Palau (4.156, 312, 62).
Facendo un podio dei continenti, la testa è dell’Oceania (4.613), seguita da Europa (868) e Africa (259).
Senza voler demonizzare nessuno (perchè tutto il mondo è paese), questi dati riguardanti Oceania e in particolare Tonga (senza scordarci di Australia e Nuova Zelanda), malgrado le ridotte dimensioni rispetto ad altri continenti, non devono sorprendere.
Ad esempio in Australia si parla infatti di 4500 accuse di pedofilia in 35 anni, accuse inerenti solo preti (più precisamente 1880 sacerdoti implicati, circa il 7%).
Inoltre non va dimenticato che il terribile Peter Scully è australiano, idem Matthew Graham e Grant McCoole.
Tutte persone arrestate ed implicate in casi di CP sul Deep Web.
Tutte persone con collegamenti con l'Oceania.
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