La scelta del "fee tier" dipende dalla coppia di asset scelta e dal tipo di token fornito in liquidità (stablecoin o token esotici). In generale, le coppie di stablecoin come USDC/USDT o DAI/USDC, dovrebbero avere fee tier più bassi rispetto a coppie di token come ETH/UNI o wBTC/COMP o peggio tra ETH e token a bassissima market cap. La scelta tuttavia spetta all'utente, chi mi vieta di scegliere commissioni più elevate? E' importante ricordare che i fee tier più elevati comportano un maggior rischio, in quanto si fornisce liquidità solo in una zona di prezzo più stretta e si corre il rischio di non guadagnare rewards o di iimpermanent loss elevata (al di fuori del range). Dunque fee più elevate vuol dire range più ristretto. Un range per una stablecoin potrebbe essere 0.99$-1.01$. In particolare, il range di prezzo in cui gli utenti forniscono liquidità su Uniswap è definito da due parametri: "tick lower" e "tick upper". I "tick" sono posizioni sulla scala di prezzo logaritmico per definire il range di prezzo. In sostanza, a ogni "tick" corrisponde una posizione specifica sulla scala di prezzo. Quindi, ad esempio, se si sceglie un fee tier del 1%, il range di prezzo in cui si fornisce liquidità sarà più ristretto rispetto a un fee tier del 0,05%, poiché il primo implica una gamma di tick lower e tick upper più stretta rispetto al secondo. Ciò significa che l'utente che sceglie il fee tier del 1% guadagnerà commissioni più elevate sugli scambi effettuati all'interno della zona di prezzo fornita, ma si esporrà anche a un maggior rischio di perdita di liquidità in caso di movimenti di prezzo al di fuori della zona di prezzo fornita. Un tool per farsi aiutare nella scelta delle fee è questo: Uniswap Fish
lunedì 6 marzo 2023
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martedì 21 giugno 2022
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Cos'è L'Impermanent Loss? E Quali Sono I Rischi?
Ad esempio se fornisco liquidità con coppia DAI / ETH su un dex, cosa succede?
1) Se ETH aumenta di valore, il pool deve fare affidamento su sistemi di arbitraggio che mantengano lo stesso valore complessivo per entrambi i token nel pool. Questo fondamentalmente porta a una situazione in cui il profitto, derivante dal token "apprezzato", viene sottratto al fornitore di liquidità. A questo punto, se il LP decide di ritirare i suoi token, la perdita temporanea diventa permanente.
2) Se, d'altra parte, il rapporto tra i due token in un pool di liquidità tende a rimanere costante, i fornitori di liquidità hanno impermanent loss trascurabile e le commissioni di negoziazione garantiscano loro sicuramente un profitto maggiore (rispetto al semplice "holdare" quei token nel proprio wallet privato)
-sETH è la versione Ether del protocollo Synthetix (un derivato di Ether) e ha un rapporto 1: 1 rispetto a ETH. In generale, una parte di SNX sommata all'offerta totale attraverso una meccanica inflazionistica viene distribuita come ricompensa agli utenti che forniscono liquidità nella coppia sETH / ETH su Uniswap. Sia che il prezzo di Ether aumenti o diminuisca, i fornitori di liquidità non devono temere che uno dei token si apprezzerà drasticamente rispetto all'altro e che il loro guadagno possa essere influenzato da una perdita temporanea.
2) Un altro esempio simile è dato dai pool costituiti da una criptovaluta e dalla sua forma "wrapped". L'esempio tipico è la coppia di scambio wETH / ETH. WETH, o Wrapped Ether, è la versione tokenizzata di Ether. È un token ERC20 generato dall'inserimento di Ether in uno smart contract (esiste anche Wrapped Bitcoin! Viene utilizzato per portare Bitcoin negli smart contract, sfruttando la funzionalità dei token Erc20). Lo stesso vale per BNB/wBNB e varianti simili. Vai qui per approfondire: A Che Servono Wrapped Bitcoin, Wrapped Ether e BTCB Sulla BSC?
lunedì 21 dicembre 2015
Cos'è La Digital Dark Age: Il Medioevo Digitale
Dati che però sono illeggibili con i moderni supporti. Andate un po’ oltre. E pensate a quanti oggetti digitali si potrebbero perdere nelle viscere dell’evoluzione tecnologica del prossimo secolo.
Se non si trova una soluzione, il Ventunesimo secolo sarà un enorme buco nero. Se avete una foto alla quale tenete davvero, stampatela”.
Questa la dichiarazione del vice capo di Google, Vinton Cerf (uno dei fondatori d'internet, avendo inventato il protocollo IP/TCP).
Ma a cosa allude Cerf? Semplicemente al progredire della tecnologia quindi all'impossibilità di leggere foto, documenti ma anche software ormai datati per via dell'obsolescenza digitale provocata da formati e supporti ormai datati quindi inaccessibili.
Tutto ciò va sotto il nome di "Digital Dark Age" ("Medioevo Digitale").
Si parlò anche di ciò nella conferenza della International Federation Of Library Associations And Institutions nel 1997 e poi nel 1998 al convegno Time And Bits.
Si è usato il termine "Dark Ages", riferendosi all'Alto Medioevo, proprio per una relativa mancanza di documenti scritti (in proporzione a quelli digitali), la citazione è dovuta anche al fatto che dal punto di vista storico il medioevo è quasi inaccessibile.
Per obsolescenza digitale ci si riferisce non all'inaccessibilità di una risorsa digitale causata dal naturale/accidentale deterioramento del supporto su cui era registrata l'informazione ma quanto alla mancanza di un supporto fisico (o software) in grado di leggere tale dato.
Pur essendoci un supporto fisico, un qualsiasi lettore, comunque potremmo essere impossibilitati per via di driver o software ormai non più supportati.
Un giorno, anche i documenti Word, potrebbero non essere più supportati.
“Pensando a 1000, 3000 anni nel futuro, dobbiamo domandarci: come preserviamo tutti i bit di cui avremo bisogno per interpretare correttamente gli oggetti che abbiamo creato? Senza neanche rendercene conto, stiamo gettando tutti i nostri dati in quello che rischia di diventare un buco nero dell’informazione. Nei secoli a venire chi si farà delle domande su di noi incontrerà delle enormi difficoltà, dal momento in cui la maggior parte di ciò che ci lasceremo dietro potrebbe essere solo bit non interpretabili”.
Cerf porta l’esempio anche di un libro scritto da Doris Kearns Goodwin sul presidente americano Lincoln (“Team Of Rivals: The Political Genius Of Abraham Lincoln”).
Per scriverlo, Kearns ha consultato intere librerie contenenti copie della corrispondenza scritta tra Lincoln e le persone che lo circondavano.
“Immaginiamo che ci sia una Doris Kearns Goodwin del ventiduesimo secolo, che voglia scrivere un libro sull’inizio del ventunesimo secolo cercando di avvalersi delle conversazioni di quel tempo. Scoprirebbe che enormi quantità di contenuti digitali sono o evaporati, perché nessuno li ha salvati, o a disposizione ma non interpretabili, perché creati con software vecchi di cento anni”.
Il digitale ci ha sedotto con l’idea che il bit sia immortale, motivo per cui quando abbiamo qualcosa a cui davvero teniamo, corriamo subito a digitalizzarlo: foto, vecchi filmini di famiglia, lettere d’amore, documenti, etc. Peccato, però, che anche i bit possano "marcire", diventa tecnicamente impossibile leggerli.
ESEMPI FAMOSI
Negli anni 80, era routine salvare i documenti sui Floppy Disk, caricare il videogioco “Jet Set Willy” da una cassetta al Sinclair ZX Spectrum, uccidere alieni con un joystick Quickfire II e avere delle cartucce Atari Games in soffitta.
O guardare le videocassette (VHS).
Oggi, anche se i dischetti e le cassette sono in buone condizioni, in molti casi l’equipaggiamento necessario per utilizzarli si trova principalmente solo nei musei.
O ad esempio un caso famoso è avvenuto con i dati delle immagini dello sbarco su Marte del Viking nel 1976, conservati dalla NASA: per oltre un decennio, i nastri magnetici non sono stati utilizzati. Quando furono analizzati di nuovo, i dati risultarono illeggibili perché codificati in un formato sconosciuto e i programmatori originali erano morti.
Le immagini furono poi estratte dopo molti mesi in cui si rese necessaria l'analisi dei dati e dei metodi di registrazione con le apparecchiature originali.
Un altro esempio è stato il progetto BBC Domesday, un censimento nazionale digitale compilato 900 anni dopo il Domesday Book (problema poi risolto nel 2002 con l'implementazione di un emulatore in grado di rendere leggibili le informazioni registrate sui dischi anche da computer moderni).
PRESERVAZIONE DI DATI DIGITALI
Secondo Cerf, l’unica via d’uscita è iniziare a pensare sul serio al problema della preservazione del digitale. Una soluzione possibile è ciò che ha definito “manoscritto digitale”, un concetto su cui stanno lavorando gli ingegneri della Carnegie Mellon University di Pittsburgh.
In sostanza si tratta di fare delle “istantanee digitali” (“snapshot”) di tutti i processi che in futuro saranno necessari per riprodurre il dato oggetto, incluso il software e il sistema operativo.
L’istantanea potrebbe poi essere utilizzata per visualizzare la foto, il testo o il gioco in un computer “moderno”, anche a distanza di secoli.
Certo, si potrebbe ribattere che, a livello di collettività, i documenti più importanti saranno comunque copiati e adattati per i nuovi media, e che quindi non dovremmo farci carico della preoccupazione storica.
Ma Cerf ha una risposta anche per questo, prendendo in prestito una delle convinzioni più profonde degli storici: a distanza di secoli, anche documenti apparentemente irrilevanti possono rivelarsi importantissimi per la comprensione di un’epoca, con la sua sensibilità e il suo punto di vista.
INTERNET ARCHIVE
Fondata nel 1996 in California(San Francisco), Internet Archive, è una organizzazione creata appositamente per costruire una Biblioteca Internet.
Lo scopo è quello di offrire accesso permanente a ricercatori, studiosi, scienziati, curiosi e nostalgici a vere e proprie collezioni in formato digitale.
Trattasi sempre di dati ed informazioni digitali ma lo scopo è quello di archiviare files e siti internet che invece si sarebbero "persi" online(in quanto eliminati o non più accessibili).
Verso la fine del 1999 la struttura è cresciuta enormemente ed ha cominciato ad arricchirsi di grosse collezioni.
Le biblioteche esistono per conservare, custodire e preservare le opere di ingegno e dare accesso ad esse.
Questa è l’era digitale e devono quindi diventare digitali.
L’Internet Archive ha salvato anche molti filmati che sarebbero andati perduti o dimenticati.
I creatori dell’Archivio intendono conservare ogni documento filmico, sonoro o cartaceo che sia stato prodotto al mondo.
Insomma, quando cercate qualcosa, spesso Internet Archive potrebbe essere la soluzione.
L’Archivio lavora per preservare tutto ciò che passa su Internet o che può essere conservato in rete (pur non essendo stato prodotto per essa) ma che merita di essere preservato.
Con Internet Archive si vuole affermare il diritto a ricordare.
Senza le biblioteche cartacee sarebbe difficile esercitare un diritto del genere.
Del resto una civiltà come la nostra che vuole essere digitale(e ricordata) corre il rischio di perdere la sua memoria.