Chi l'avrebbe mai detto che un player storico come Winamp sarebbe risorto dalle sue ceneri?
Lanciato ormai nel lontano 1997, nel 2013 la AOL aveva annunciato che gli aggiornamenti sarebbero finiti lì così come la storia di questo player multimediale ormai soppiantato dalla concorrenza e dal Web 2.0
Tuttavia Radionomy, che l'ha comprato nel 2014, ha dichiarato che l'anno prossimo verrà lanciata una versione 6.0 tutta nuova, sia su desktop sia su mobile.
Sarà possibile riprodurre ogni tipo di audio: podcast, streaming, webradio, mp3 tradizionali.
Non è chiaro come sarà possibile per Winamp accedere alla libreria di Spotify, Play Music o Apple Music, ma i nuovi proprietari sembrano piuttosto sicuri di riuscire nel loro intento.
Radionomy è conscia che su desktop la battaglia è sostanzialmente persa: ormai le web app sono inavvicinabili.
Diverso il discorso su mobile dove la necessità di un singolo centro per l'ascolto di audio è reale.
Nel frattempo, per chi ancora usa il player tradizionale è stato lanciato un nuovo aggiornamento dell'ormai storica versione 5.666, in circolazione da anni: sarà la versione 5.8 (che comprende bug fix e verranno risolti alcuni problemi di compatibilità con Windows 10).
lunedì 26 novembre 2018
venerdì 23 novembre 2018
Come Velocizzare Il PC (Senza Installare Software)
In questo articolo si vedranno più o meno semplici metodi per provare a velocizzare il PC, senza installare software (che promettono miracoli ma poi a conti fatti fanno ben poco).
Ci concentreremo principalmente su qualche modifica hardware o meccanica.
1) Per prima cosa una bella scansione Antivirus (MalwareBytes, Avira oppure AVG) non fa mai male. I malware rallentano l'utilizzo del PC e la maggior parte di questi consumano molte risorse.
2) Un altro metodo è la la pulizia del registro di sistema.
Potrete farlo manualmente o con CCleaner (Download).
3) A livello "meccanico", la cosa più banale che potreste fare è verificare il funzionamento delle ventole (aprendo il case o il portatile).
Se le ventole non funzionano bene o c'è polvere che le ostacola, il calore non può essere dissipato quindi la temperatura del PC schizza alle stelle.
Le temperature costantemente alte, oltre a danneggiare i componenti del vostro PC, "affaticano" il processore.
Vi ricordo inoltre le Temperature ottimali: per la CPU e scheda grafica una 50ntina di gradi, invece una decina in meno per l'HDD.
4) Se avete ancora i vecchi Hard Disk (HDD) magnetici (e non i nuovi SSD), la deframmentazione è un ottimo modo per migliorare le prestazioni (cercate "Deframmenta ed Ottimizza Unità" se avete Windows 10 e in generale deframmentazione per gli altri Windows).
5) Cancellazione di programmi inutili e non più utilizzati. Man mano che il vostro HDD si riempie, la velocità diminuisce.
6) Aggiornare o cambiare una scheda grafica (senza di essa, la gestione di molti processi è affidata al processore).
7) Sostituzione dell'Hard Disk. L'utilizzo di memorie flash per l'archiviazione dei dati non può mai essere una cattiva idea. Il riferimento ovviamente è agli SSD (Solid State Drive).
Sostituendo il vostro vecchio Hard Disk con un SSD, le prestazioni aumenteranno sensibilmente.
8) Avviare il PC dal SSD: occorre ovviamente averne comprato uno.
Nella schermata iniziale di avvio premere F2 o F10 o ESC per entrare nel bios. Poi andare su Boot/Boot Option Priorities/Boot Option #1 dove è possibile selezionare l'unità di avvio (la voce può essere selezionata scendendo con le frecce sopra e sotto).
Ricordatevi di salvare, prima di uscire (Save & Exit).
9) Espandere la memoria RAM. Bisogna capire se ci sono slot liberi o se bisogna sostituire gli esistenti. Utilizzando Hwinfo (Download) possiamo capire quale tipo di memoria è installata cliccando sui moduli di memoria in summary. Poi in "Type" (tipo DDR4) e "Clock" (ad esempio 2600). I nuovi moduli dovranno essere dello stesso tipo e con identico clock del bus in MHz.
Ci concentreremo principalmente su qualche modifica hardware o meccanica.
1) Per prima cosa una bella scansione Antivirus (MalwareBytes, Avira oppure AVG) non fa mai male. I malware rallentano l'utilizzo del PC e la maggior parte di questi consumano molte risorse.
2) Un altro metodo è la la pulizia del registro di sistema.
Potrete farlo manualmente o con CCleaner (Download).
3) A livello "meccanico", la cosa più banale che potreste fare è verificare il funzionamento delle ventole (aprendo il case o il portatile).
Se le ventole non funzionano bene o c'è polvere che le ostacola, il calore non può essere dissipato quindi la temperatura del PC schizza alle stelle.
Le temperature costantemente alte, oltre a danneggiare i componenti del vostro PC, "affaticano" il processore.
Vi ricordo inoltre le Temperature ottimali: per la CPU e scheda grafica una 50ntina di gradi, invece una decina in meno per l'HDD.
4) Se avete ancora i vecchi Hard Disk (HDD) magnetici (e non i nuovi SSD), la deframmentazione è un ottimo modo per migliorare le prestazioni (cercate "Deframmenta ed Ottimizza Unità" se avete Windows 10 e in generale deframmentazione per gli altri Windows).
5) Cancellazione di programmi inutili e non più utilizzati. Man mano che il vostro HDD si riempie, la velocità diminuisce.
6) Aggiornare o cambiare una scheda grafica (senza di essa, la gestione di molti processi è affidata al processore).
7) Sostituzione dell'Hard Disk. L'utilizzo di memorie flash per l'archiviazione dei dati non può mai essere una cattiva idea. Il riferimento ovviamente è agli SSD (Solid State Drive).
Sostituendo il vostro vecchio Hard Disk con un SSD, le prestazioni aumenteranno sensibilmente.
8) Avviare il PC dal SSD: occorre ovviamente averne comprato uno.
Nella schermata iniziale di avvio premere F2 o F10 o ESC per entrare nel bios. Poi andare su Boot/Boot Option Priorities/Boot Option #1 dove è possibile selezionare l'unità di avvio (la voce può essere selezionata scendendo con le frecce sopra e sotto).
Ricordatevi di salvare, prima di uscire (Save & Exit).
9) Espandere la memoria RAM. Bisogna capire se ci sono slot liberi o se bisogna sostituire gli esistenti. Utilizzando Hwinfo (Download) possiamo capire quale tipo di memoria è installata cliccando sui moduli di memoria in summary. Poi in "Type" (tipo DDR4) e "Clock" (ad esempio 2600). I nuovi moduli dovranno essere dello stesso tipo e con identico clock del bus in MHz.
giovedì 22 novembre 2018
Cosa Contengono Le Versioni Speciali Di PES 2019? David Beckham e Legend Edition
PES 2019 è ormai disponibile nei negozi da circa 4 mesi, nelle versioni PC, PS4 e Xbox One.
In giro ci sono diverse versioni del titolo Konami ma quali sono i contenuti inclusi? In cosa si differenziano?
Prenotando un qualsiasi versione di PES 2019 sarà possibile ottenere la leggenda brasiliana Romario in prestito per dieci partite e 1000 gettoni myClub.
La telecronaca del gioco, ricordiamo che è affidata alla coppia di Sky: Fabio Caressa e Luca Marchegiani.
PES 2019 STANDARD EDITION
L'edizione standard del gioco includerà l'inglese David Beckham 2018 (ex Manchester Utd, Real Madrid e Milan) in prestito per dieci partite, il brasiliano del Barcellona Philippe Coutinho in prestito per dieci partite, un Premium Agent (per tre giocatori) per dieci settimane e tre contratti per dieci settimane.
PES 2019 DAVID BECKHAM EDITION
La prima limited di PES 2019 includerà David Beckham 2018 in prestito per dieci partite, Philippe Coutinho in prestito per dieci partite, un Premium Agent (per tre giocatori) per venti settimane e tre contratti per venti settimane.
Il costo è di 59,99 euro.
PES 2019 LEGEND EDITION
Infine, la Legend Edition di PES 2019 sarà disponibile nel solo formato digitale e includerà David Beckham 2018 in prestito per dieci partite, Philippe Coutinho in prestito per dieci partite, un Premium Agent (per tre giocatori) per trenta settimane e tre contratti per trenta settimane.
Il costo è di 69,99 euro.
In realtà i costi sono variabili in base alla piattaforma.
In giro ci sono diverse versioni del titolo Konami ma quali sono i contenuti inclusi? In cosa si differenziano?
Prenotando un qualsiasi versione di PES 2019 sarà possibile ottenere la leggenda brasiliana Romario in prestito per dieci partite e 1000 gettoni myClub.
La telecronaca del gioco, ricordiamo che è affidata alla coppia di Sky: Fabio Caressa e Luca Marchegiani.
PES 2019 STANDARD EDITION
L'edizione standard del gioco includerà l'inglese David Beckham 2018 (ex Manchester Utd, Real Madrid e Milan) in prestito per dieci partite, il brasiliano del Barcellona Philippe Coutinho in prestito per dieci partite, un Premium Agent (per tre giocatori) per dieci settimane e tre contratti per dieci settimane.
PES 2019 DAVID BECKHAM EDITION
La prima limited di PES 2019 includerà David Beckham 2018 in prestito per dieci partite, Philippe Coutinho in prestito per dieci partite, un Premium Agent (per tre giocatori) per venti settimane e tre contratti per venti settimane.
Il costo è di 59,99 euro.
PES 2019 LEGEND EDITION
Infine, la Legend Edition di PES 2019 sarà disponibile nel solo formato digitale e includerà David Beckham 2018 in prestito per dieci partite, Philippe Coutinho in prestito per dieci partite, un Premium Agent (per tre giocatori) per trenta settimane e tre contratti per trenta settimane.
Il costo è di 69,99 euro.
In realtà i costi sono variabili in base alla piattaforma.
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mercoledì 21 novembre 2018
La Maledizione Di Momo ed Olivia Su WhatsApp
Qualche mese fa su Whatsapp si era diffusa "la maledizione di Momo", ovvero una catena di Sant'Antonio, corredata da foto.
Perchè una catena? Perchè viene presentata come una maledizione che sarà inflitta a chiunque non prosegua con la condivisione della stessa e in tanti, per paura, hanno fatto girare la stessa.
In poche parole si viene invitati a rimandare un messaggio contenente la foto raffigurante una donna deforme e mostruosa a tutti i contatti della rubrica, per evitare di essere contattati dalla stessa.
La catena sarebbe partita dal numero (+31 345102539;+521 6681734379) della ragazza della foto, chiaramente fasullo, ma soprattutto con la possibilità che richiamandolo venga prosciugato il credito del proprio conto.
L'immagine della ragazza inoltrata nei vari messaggi altro non è che una statua esposta al Vanilla Gallery di Tokyo.
Il consiglio in questi casi è sempre quello di bloccare l’utente e non provare per nessun motivo a contattarlo visto che è possibile infatti che la questione venga sfruttata, anche da terzi per compiere dei reati informatici. Inoltre è buona norma non chiamare mai numeri del genere nè cliccare su eventuali link presenti.
Momo chiaramente non è stata la prima catena di questo tipo e non sarà l'ultima.
Questa tendenza ha già visto altre catene diffondersi su WhatsApp dando vita a veri e propri tormentoni, spesso veicolo di truffe informatiche, tentativi di infezione attraverso virus, così come furto di dati sensibili.
OLIVIA
Meno innocua e ben più pericolosa l'altra catena che si è diffusa ultimamente: quella di Olivia.
Si viene contattati da una ragazza la quale però nasconde dietro di sé hacker o criminali capaci di inviare agli utenti in chat su WhatsApp pericolosi malware.
Olivia è "l'amico dell'amico" ossia una generica persona che vi contatta su WhatsApp tramite una chat e che poi cerca di catturare quanti più dati sensibili all'interno del proprio smartphone o account grazie all'invio di alcuni file nelle chat. Il mittente dunque si finge un amico con un nuovo numero e a posteriori invia anche immagini pornografiche. Furbescamente i criminali che hanno architettato la truffa cercano di fare la voce grossa su minorenni o comunque ragazzi o ragazze adolescenti quindi più facilmente adescabili.
Una volta che l'utente aggiunge Olivia alle sue chat, nella conversazione vengono inviati vari collegamenti che potrebbero sembrare semplici immagini da visualizzare. La vittima cliccando sull'URL non viene reindirizzato ad un'immagine di Olivia ma ad una pagina Web con immagini pornografiche.
È di vitale importanza che gli utenti di WhatsApp sappiano che esiste questo nuovo virus e che a differenza di Momo potrebbe facilmente inviare link ad immagini pornografiche ma anche richieste poi di dati sensibili.
Anche in questo caso, il consiglio è di bloccare subito il contatto.
Perchè una catena? Perchè viene presentata come una maledizione che sarà inflitta a chiunque non prosegua con la condivisione della stessa e in tanti, per paura, hanno fatto girare la stessa.
In poche parole si viene invitati a rimandare un messaggio contenente la foto raffigurante una donna deforme e mostruosa a tutti i contatti della rubrica, per evitare di essere contattati dalla stessa.
La catena sarebbe partita dal numero (+31 345102539;+521 6681734379) della ragazza della foto, chiaramente fasullo, ma soprattutto con la possibilità che richiamandolo venga prosciugato il credito del proprio conto.
L'immagine della ragazza inoltrata nei vari messaggi altro non è che una statua esposta al Vanilla Gallery di Tokyo.
Il consiglio in questi casi è sempre quello di bloccare l’utente e non provare per nessun motivo a contattarlo visto che è possibile infatti che la questione venga sfruttata, anche da terzi per compiere dei reati informatici. Inoltre è buona norma non chiamare mai numeri del genere nè cliccare su eventuali link presenti.
Momo chiaramente non è stata la prima catena di questo tipo e non sarà l'ultima.
Questa tendenza ha già visto altre catene diffondersi su WhatsApp dando vita a veri e propri tormentoni, spesso veicolo di truffe informatiche, tentativi di infezione attraverso virus, così come furto di dati sensibili.
OLIVIA
Meno innocua e ben più pericolosa l'altra catena che si è diffusa ultimamente: quella di Olivia.
Si viene contattati da una ragazza la quale però nasconde dietro di sé hacker o criminali capaci di inviare agli utenti in chat su WhatsApp pericolosi malware.
Olivia è "l'amico dell'amico" ossia una generica persona che vi contatta su WhatsApp tramite una chat e che poi cerca di catturare quanti più dati sensibili all'interno del proprio smartphone o account grazie all'invio di alcuni file nelle chat. Il mittente dunque si finge un amico con un nuovo numero e a posteriori invia anche immagini pornografiche. Furbescamente i criminali che hanno architettato la truffa cercano di fare la voce grossa su minorenni o comunque ragazzi o ragazze adolescenti quindi più facilmente adescabili.
Una volta che l'utente aggiunge Olivia alle sue chat, nella conversazione vengono inviati vari collegamenti che potrebbero sembrare semplici immagini da visualizzare. La vittima cliccando sull'URL non viene reindirizzato ad un'immagine di Olivia ma ad una pagina Web con immagini pornografiche.
È di vitale importanza che gli utenti di WhatsApp sappiano che esiste questo nuovo virus e che a differenza di Momo potrebbe facilmente inviare link ad immagini pornografiche ma anche richieste poi di dati sensibili.
Anche in questo caso, il consiglio è di bloccare subito il contatto.
sabato 17 novembre 2018
Il Negozio Wish è Affidabile? Perchè Vende a Prezzi Così Bassi?
Il negozio online Wish è attivo sin dal 2011, eppure solo negli ultimi tempi ha avuto una certa ribalta mediatica, merito anche delle pubblicità raffiguranti Neymar.
Ma è affidabile? Perchè vende a prezzi così bassi?
Iniziamo subito col dire che Wish vende prodotti a prezzi stracciati: dal 10% di sconto sino al 90%.
Com'è possibile?
In primis va sottolineato che Wish è un aggregatore di negozi che vendono anche altrove: Amazon, eBay, shop asiatici, etc
Perchè i prezzi sono bassi? Perchè si tratta di prodotti cinesi (sappiamo benissimo che in Cina, il costo della manodopera e dei mezzi utilizzati è minore che altrove).
Dunque è una fregatura? Dipende.
Da quello che si sa, i prodotti vengono effettivamente inviati a quei prezzi ma spesso la qualità è scadente.
Va comunque sottolineato che questi venditori vendono anche su Amazon a prezzi un po' più alti quindi se intendete acquistare X oggetto e notate che è presente sia su Amazon che su Wish, starei bene attento al prezzo.
Tendenzialmente i feedback sono positivi e se l'oggetto per qualche motivo non arriva o è danneggiato o è diverso da quello pattuito si riceverà il rimborso (Wish supporta Paypal).
Uno dei problemi principali sono comunque i lunghi tempi d'attesa, visto che i prodotti arrivano dalla Cina.
Un altro potrebbe essere la scarsa qualità del materiale utilizzato (spesso anche tossico, proprio per questo bisogna stare attenti a cosa si compra).
E per i prodotti elettronici? Molto spesso si tratta di scarti di fabbrica o di oggetti danneggiati che però funzionano (con qualche difetto. Cioè un processore "rallentato" o una chiavetta USB che dichiara 10 Giga ma in realtà ne archivia solo 4).
Dunque Wish è diventato il diretto concorrente di Amazon? Ma neanche per ombra, tuttavia stando attenti si può beccare anche un discreto prodotto a prezzo stracciato.
Ma è affidabile? Perchè vende a prezzi così bassi?
Iniziamo subito col dire che Wish vende prodotti a prezzi stracciati: dal 10% di sconto sino al 90%.
Com'è possibile?
In primis va sottolineato che Wish è un aggregatore di negozi che vendono anche altrove: Amazon, eBay, shop asiatici, etc
Perchè i prezzi sono bassi? Perchè si tratta di prodotti cinesi (sappiamo benissimo che in Cina, il costo della manodopera e dei mezzi utilizzati è minore che altrove).
Dunque è una fregatura? Dipende.
Da quello che si sa, i prodotti vengono effettivamente inviati a quei prezzi ma spesso la qualità è scadente.
Va comunque sottolineato che questi venditori vendono anche su Amazon a prezzi un po' più alti quindi se intendete acquistare X oggetto e notate che è presente sia su Amazon che su Wish, starei bene attento al prezzo.
Tendenzialmente i feedback sono positivi e se l'oggetto per qualche motivo non arriva o è danneggiato o è diverso da quello pattuito si riceverà il rimborso (Wish supporta Paypal).
Uno dei problemi principali sono comunque i lunghi tempi d'attesa, visto che i prodotti arrivano dalla Cina.
Un altro potrebbe essere la scarsa qualità del materiale utilizzato (spesso anche tossico, proprio per questo bisogna stare attenti a cosa si compra).
E per i prodotti elettronici? Molto spesso si tratta di scarti di fabbrica o di oggetti danneggiati che però funzionano (con qualche difetto. Cioè un processore "rallentato" o una chiavetta USB che dichiara 10 Giga ma in realtà ne archivia solo 4).
Dunque Wish è diventato il diretto concorrente di Amazon? Ma neanche per ombra, tuttavia stando attenti si può beccare anche un discreto prodotto a prezzo stracciato.
giovedì 15 novembre 2018
Aggiornamento Sull'Hard Fork Del Bitcoin Cash: Chain Spezzata In Due!
Come detto, oggi era il giorno dell'Hard Fork, gli sviluppatori si erano divisi in due gruppi differenti su come procedere per alcuni upgrade del software e del protocollo.
Bitmain supporta Bitcoin ABC (protocollo andrà aggiornato una volta ogni 6 mesi. Tra i tanti aggiornamenti proposti ci sono un miglioramento della scalabilità ed un nuovo opcode che migliora il linguaggio di scripting per consentire la convalida dei messaggi dall’esterno della blockchain) e quella guidata da Wright che supporta BSV (quindi pochi upgrade e tattica conservativa, volendo portare il Cash con caratteristiche simili al primo Bitcoin nato nel 2009).
La catena di Bitcoin ABC è considerata l'originale ma nelle ultime ore l' hashrate in mano alla fazione di Wright era cresciuto enormemente.
Wright avrebbe ideato un attacco al 51% per distruggere la chain supportata da Bitcoin ABC dopo l'Hard Fork (nelle ultime ore si avvicinava addirittura al 70%).
Ieri pare che il colosso Bitmain stava preparando degli ASIC per contrastare la crescita dell’hashrate di Wright ma oggi si sa poco.
L'Hard Fork è in corso in queste ore e Binance aveva bloccato il trading su BCH alle ore 16.
Se la catena si rompe (come pare probabile) verranno attribuiti BSV e BAB, se non avviene ciò verrà ripreso il trading di BCH normalmente.
Il prezzo del BTC Cash nella giornata di oggi inoltre ha segnalato un calo del 18 % su Bitfinex.
In pratica l'Hard Fork del Bitcoin Cash viene accolto nel modo peggiore dal mercato.
Naeem Aslam, chief market analyst di Think Markets U.K.: "In genere tutti sono d’accordo quando effettui un upgrade. Eppure, in questo caso specifico, nessuno lo è"
Il crollo delle criptovalute oggi ha portato i livelli di capitalizzazione di tutto il settore (quindi non solo BTC ma tutte le altcoin) sotto quota 200 miliardi di dollari.
Anche il prezzo del Bitcoin ha registrato un crollo ai livelli minimi da ottobre 2017 trascinando con sè tutte le altre altcoin a maggiore capitalizzazione.
La quotazione è precipitata a quota 5300 dollari, a seguire il classico effetto domino sulle altcoin più importanti. Il prezzo di Ripple, oggi, infatti, segna un calo dell'11 % mentre la quotazione Ethereum è in ribasso del 14 % circa.
Tornando all'Hard Fork, ci sono inoltre alcuni siti che possono essere sfruttati per osservare la rete di Bitcoin Cash (BCH).
Il N.1 per quanto riguarda i Fork è sicuramente Coin Dance dove trovate di tutto e di più, tra centinaia di statistiche.
Bitmex Research ha lanciato Fork Monitor per il monitoraggio delle due criptovalute più popolari basate sul Proof-of-Work SHA256 (Bitcoin e Bitcoin Cash). Questo servizio è collegato a diversi nodi e client di Bitcoin Cash e serve per visualizzare i dati relativi ad eventuali modifiche per quanto riguarda il consenso.
Altri siti utili: Blockchair e Cashnodes (per la locazione dei nodi dal punto di vista geografico).
Infine con Hashwars.cash, è possibile visualizzare una grafica stile Star Wars per quanto riguarda il conteggio dei nodi ed i prezzi dei futures derivanti dal "Poloniex Bitcoin Cash futures markets".
Da quello che si vede comunque e secondo Bitstamp che supporterà solo la fazione di ABC e quindi la valuta BAB (o BCHABC), a prevalere sarà ABC.
Ciò dovrebbe tradursi in uno split della catena.
A riprova di ciò il fatto che Bitcoin.com avrebbe incrementato l’hashrate per difendere Bitcoin ABC. Attualmente Bitcoin.com ha un hashrate pari a 4100 PetaHash/s.
L’hashrate normalmente usato per minare BTC è stato dunque dirottato su BAB.
Storicamente, il network di Bitcoin Cash non aveva mai avuto un hashrate così elevato. Wright però tenterà qualche mossa nelle prossime ore/giorni come da lui stesso annunciato.
Questo hashrate donato dimostrebbe, indirettamente, che Craig Wright non è il fondatore di Bitcoin.
Non è Satoshi Nakamoto.
Nel frattempo gli exchange stanno via via riabilitando il trading: 1 BAB vale circa 320 $ mentre 1 BSV vale circa 85 $.
In ogni caso lo split dovrebbe essere pressocchè ufficiale.
Bitmain supporta Bitcoin ABC (protocollo andrà aggiornato una volta ogni 6 mesi. Tra i tanti aggiornamenti proposti ci sono un miglioramento della scalabilità ed un nuovo opcode che migliora il linguaggio di scripting per consentire la convalida dei messaggi dall’esterno della blockchain) e quella guidata da Wright che supporta BSV (quindi pochi upgrade e tattica conservativa, volendo portare il Cash con caratteristiche simili al primo Bitcoin nato nel 2009).
La catena di Bitcoin ABC è considerata l'originale ma nelle ultime ore l' hashrate in mano alla fazione di Wright era cresciuto enormemente.
Wright avrebbe ideato un attacco al 51% per distruggere la chain supportata da Bitcoin ABC dopo l'Hard Fork (nelle ultime ore si avvicinava addirittura al 70%).
Ieri pare che il colosso Bitmain stava preparando degli ASIC per contrastare la crescita dell’hashrate di Wright ma oggi si sa poco.
L'Hard Fork è in corso in queste ore e Binance aveva bloccato il trading su BCH alle ore 16.
Se la catena si rompe (come pare probabile) verranno attribuiti BSV e BAB, se non avviene ciò verrà ripreso il trading di BCH normalmente.
Il prezzo del BTC Cash nella giornata di oggi inoltre ha segnalato un calo del 18 % su Bitfinex.
In pratica l'Hard Fork del Bitcoin Cash viene accolto nel modo peggiore dal mercato.
Naeem Aslam, chief market analyst di Think Markets U.K.: "In genere tutti sono d’accordo quando effettui un upgrade. Eppure, in questo caso specifico, nessuno lo è"
Il crollo delle criptovalute oggi ha portato i livelli di capitalizzazione di tutto il settore (quindi non solo BTC ma tutte le altcoin) sotto quota 200 miliardi di dollari.
Anche il prezzo del Bitcoin ha registrato un crollo ai livelli minimi da ottobre 2017 trascinando con sè tutte le altre altcoin a maggiore capitalizzazione.
La quotazione è precipitata a quota 5300 dollari, a seguire il classico effetto domino sulle altcoin più importanti. Il prezzo di Ripple, oggi, infatti, segna un calo dell'11 % mentre la quotazione Ethereum è in ribasso del 14 % circa.
Tornando all'Hard Fork, ci sono inoltre alcuni siti che possono essere sfruttati per osservare la rete di Bitcoin Cash (BCH).
Il N.1 per quanto riguarda i Fork è sicuramente Coin Dance dove trovate di tutto e di più, tra centinaia di statistiche.
Bitmex Research ha lanciato Fork Monitor per il monitoraggio delle due criptovalute più popolari basate sul Proof-of-Work SHA256 (Bitcoin e Bitcoin Cash). Questo servizio è collegato a diversi nodi e client di Bitcoin Cash e serve per visualizzare i dati relativi ad eventuali modifiche per quanto riguarda il consenso.
Altri siti utili: Blockchair e Cashnodes (per la locazione dei nodi dal punto di vista geografico).
Infine con Hashwars.cash, è possibile visualizzare una grafica stile Star Wars per quanto riguarda il conteggio dei nodi ed i prezzi dei futures derivanti dal "Poloniex Bitcoin Cash futures markets".
Da quello che si vede comunque e secondo Bitstamp che supporterà solo la fazione di ABC e quindi la valuta BAB (o BCHABC), a prevalere sarà ABC.
Ciò dovrebbe tradursi in uno split della catena.
A riprova di ciò il fatto che Bitcoin.com avrebbe incrementato l’hashrate per difendere Bitcoin ABC. Attualmente Bitcoin.com ha un hashrate pari a 4100 PetaHash/s.
L’hashrate normalmente usato per minare BTC è stato dunque dirottato su BAB.
Storicamente, il network di Bitcoin Cash non aveva mai avuto un hashrate così elevato. Wright però tenterà qualche mossa nelle prossime ore/giorni come da lui stesso annunciato.
Questo hashrate donato dimostrebbe, indirettamente, che Craig Wright non è il fondatore di Bitcoin.
Non è Satoshi Nakamoto.
Nel frattempo gli exchange stanno via via riabilitando il trading: 1 BAB vale circa 320 $ mentre 1 BSV vale circa 85 $.
In ogni caso lo split dovrebbe essere pressocchè ufficiale.
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mercoledì 14 novembre 2018
Cos'è Initiative Q e Come Iscriversi (Invito)
Initiative Q mira a creare una nuova rete di pagamento e valuta digitale. Ideato dall'israeliano Saar Wilf, che in passato aveva fondato Fraud Sciences, una società di sicurezza acquisita poi da PayPal.
La valuta è commercializzata attraverso un sistema piramidale multi-livello e non sarà rilasciata fino a che non ci sarà un certo numero d'iscritti.
Questo il primo proposito.
Per questo motivo, secondo Frank Chung di news.com.au potrebbe trattarsi di uno Scam o comunque di uno schema Ponzi.
Huszák ha elencato diversi problemi con questo sistema, come l'assenza di chiare misure di sicurezza riguardo la gestione delle criptovaluta, costi di transazione e al cambio poco chiari, infine potenziale manipolazione del mercato da parte dei maggiori detentori della valuta.
Dal canto suo, Initiative Q sta incentivando le persone a lasciare i vecchi sistemi, in favore del suo.
L’accesso a Initiative Q è solo su invito (lo trovate a fine articolo) e con un numero limitato a disposizione.
Ma quali sistemi di pagamento saranno sostituiti? Carte di credito e debito, bonifici, contanti considerati ormai insicuri e costosi.
"L’iniziativa parte con il regalare valute in forma di Q a chi si iscrive in questa prima fase. Prima si accede, più Q si potranno prenotare. Pensa a questo progetto come ai Bitcoin gratis di 7 anni fa"
Il concetto alla base di Initiative Q è potenzialmente vincente: ogni membro aumenta il valore del proprio portafoglio al lievitare della propria rete di contatti. E visto che nuovi utenti possono aggiungersi solo su invito, dovrà lavorare sodo per costruire un impero che sia degno di questo nome.
La teoria del successo sperato dei Q poggia sullo studio del mercato delle criptovalute.
Sinora infatti Bitcoin e simili hanno fallito nell’obiettivo di limitare la circolazione del denaro, inoltre nessuno può facilmente generare nuove monete, non trascurando poi problemi quali la volatilità e la facilità d’uso.
Nonostante queste carenze, il loro valore ha raggiunto quasi 1 trilione di dollari. Non è così strano pensare che una valuta progettata per soddisfare le varie esigenze del mercato, accoppiata a una rete di pagamento stabile, possa superare gli ostacoli menzionati prima.
Ma di che moneta si tratta? Di una moneta centralizzata, non basata sulla blockchain.
In parole povere un network di pagamenti, simile a Paypal ma senza banche.
Avrà successo? Ora è troppo presto per dirlo.
Ci si può provare ad iscrivere, magari utilizzando una posta elettronica che non usate spesso, per evitare eventuali problemi quali spam e quant'altro nel caso si trattasse di un sistema che mira solo a raccogliere milioni d'indirizzi mail.
Va comunque sottolineato che Saar Wilf (il fondatore) non è un pinco pallino qualsiasi, visti i contatti con Paypal.
Per iscrivervi, qui trovate l'invito: Invito Initiative Q
La valuta è commercializzata attraverso un sistema piramidale multi-livello e non sarà rilasciata fino a che non ci sarà un certo numero d'iscritti.
Questo il primo proposito.
Per questo motivo, secondo Frank Chung di news.com.au potrebbe trattarsi di uno Scam o comunque di uno schema Ponzi.
Huszák ha elencato diversi problemi con questo sistema, come l'assenza di chiare misure di sicurezza riguardo la gestione delle criptovaluta, costi di transazione e al cambio poco chiari, infine potenziale manipolazione del mercato da parte dei maggiori detentori della valuta.
Dal canto suo, Initiative Q sta incentivando le persone a lasciare i vecchi sistemi, in favore del suo.
L’accesso a Initiative Q è solo su invito (lo trovate a fine articolo) e con un numero limitato a disposizione.
Ma quali sistemi di pagamento saranno sostituiti? Carte di credito e debito, bonifici, contanti considerati ormai insicuri e costosi.
"L’iniziativa parte con il regalare valute in forma di Q a chi si iscrive in questa prima fase. Prima si accede, più Q si potranno prenotare. Pensa a questo progetto come ai Bitcoin gratis di 7 anni fa"
Il concetto alla base di Initiative Q è potenzialmente vincente: ogni membro aumenta il valore del proprio portafoglio al lievitare della propria rete di contatti. E visto che nuovi utenti possono aggiungersi solo su invito, dovrà lavorare sodo per costruire un impero che sia degno di questo nome.
La teoria del successo sperato dei Q poggia sullo studio del mercato delle criptovalute.
Sinora infatti Bitcoin e simili hanno fallito nell’obiettivo di limitare la circolazione del denaro, inoltre nessuno può facilmente generare nuove monete, non trascurando poi problemi quali la volatilità e la facilità d’uso.
Nonostante queste carenze, il loro valore ha raggiunto quasi 1 trilione di dollari. Non è così strano pensare che una valuta progettata per soddisfare le varie esigenze del mercato, accoppiata a una rete di pagamento stabile, possa superare gli ostacoli menzionati prima.
Ma di che moneta si tratta? Di una moneta centralizzata, non basata sulla blockchain.
In parole povere un network di pagamenti, simile a Paypal ma senza banche.
Avrà successo? Ora è troppo presto per dirlo.
Ci si può provare ad iscrivere, magari utilizzando una posta elettronica che non usate spesso, per evitare eventuali problemi quali spam e quant'altro nel caso si trattasse di un sistema che mira solo a raccogliere milioni d'indirizzi mail.
Va comunque sottolineato che Saar Wilf (il fondatore) non è un pinco pallino qualsiasi, visti i contatti con Paypal.
Per iscrivervi, qui trovate l'invito: Invito Initiative Q
martedì 13 novembre 2018
Quant'è Il Consumo Energetico Annuo Per Produrre Bitcoin?
Tutte la criptovalute e in generale sistemi energetici hanno un costo per l'ambiente, paragonabile a quello dell'estrazione fisica di metalli quali oro, argento o platino: gli algoritmi risolti dai computer infatti consumano grandi quantità di energia e producono tonnellate di anidride carbonica.
Max Krause, dell'Istituto Oak Ridge per la Scienza e l'Educazione di Cincinnati e Thabet Tolaymat, dell'Environmental Protection Agency (Epa) degli Stati Uniti, hanno svolto una ricerca e pubblicato i risultati online sulla rivista Nature.
Nel mondo delle criptovalute i computer partecipano ad un'attività competitiva nella quale devono eseguire grandi quantità di calcoli per confermare nuove transazioni e aggiungerle alla blockchain: i primi computer che riescono a completare i calcoli con successo vengono ricompensati con nuove criptomonete. L'intero processo è il cosiddetto "mining" e i ricercatori hanno stimato l'energia consumata per creare l'equivalente di un dollaro americano a partire dalle criptovalute tra il 1 gennaio 2016 e il 30 giugno 2018.
I due ricercatori hanno scoperto ad esempio che mentre l'energia consumata per i Bitcoin è di 17 megajoule (un megajoule equivale a un milione di joule), l'estrazione di una quantità equivalente di rame richiede 4 megajoule, 5 per l'oro e 7 per il platino. Inoltre i ricercatori hanno calcolato che, nello stesso periodo analizzato, il "mining" ha generato tra 3 e 15 milioni di tonnellate di anidride carbonica, a seconda dei metodi di produzione dell'energia elettrica nei vari Paesi.
Secondo l'analista Alex De Vries, nel suo blog Digiconomist (Bitcoin Energy Consumption), ha messo in evidenza che, da soli, tutti i miners del pianeta consumano una quantità di elettricità pari o superiore al consumo annuo complessivo di molti Paesi del mondo, tra cui l’Irlanda (4,7 milioni di abitanti) e l'Ungheria (9,8 milioni).
Selectra ha effettuato una stima dettagliata sul consumo energetico della rete Bitcoin, ipotizzando che tutte le miniere di Bitcoin utilizzino il calcolatore più moderno ed efficiente attualmente sul mercato, l’Antminer S9.
La ricerca ha tenuto in considerazione: l’hashrate totale della rete (misura la potenza dell'hardware per minare criptovalute), la potenza elettrica e di calcolo dell’Antminer S9 e il numero di transazioni effettuate giornalmente.
Con questi valori è stato possibile, quindi, stimare il consumo energetico totale della rete ogni anno e il consumo unitario relativo a ciascuna transazione.
Tuttavia ipotizzando un’efficienza alta del sistema, i Bitcoin consumano circa 13 TWh/anno (la metà dell'Irlanda).
Per fare qualche paragone, i 13 TWh consumati annualmente dalla rete Bitcoin superano quelli di molte regioni italiane: Basilicata (circa 2,5 TWh), Molise (circa 1,5 TWh) e Umbria (circa 5 TWh).
Il sistema Bitcoin consuma grossomodo quanto 4,8 milioni di famiglie italiane!
Per dare qualche altro numero, il consumo di ogni singola transazione (100 kWh) corrisponde, con l'offerta più economica disponibile oggi, ad un costo di poco meno di 20 euro.
Max Krause, dell'Istituto Oak Ridge per la Scienza e l'Educazione di Cincinnati e Thabet Tolaymat, dell'Environmental Protection Agency (Epa) degli Stati Uniti, hanno svolto una ricerca e pubblicato i risultati online sulla rivista Nature.
Nel mondo delle criptovalute i computer partecipano ad un'attività competitiva nella quale devono eseguire grandi quantità di calcoli per confermare nuove transazioni e aggiungerle alla blockchain: i primi computer che riescono a completare i calcoli con successo vengono ricompensati con nuove criptomonete. L'intero processo è il cosiddetto "mining" e i ricercatori hanno stimato l'energia consumata per creare l'equivalente di un dollaro americano a partire dalle criptovalute tra il 1 gennaio 2016 e il 30 giugno 2018.
I due ricercatori hanno scoperto ad esempio che mentre l'energia consumata per i Bitcoin è di 17 megajoule (un megajoule equivale a un milione di joule), l'estrazione di una quantità equivalente di rame richiede 4 megajoule, 5 per l'oro e 7 per il platino. Inoltre i ricercatori hanno calcolato che, nello stesso periodo analizzato, il "mining" ha generato tra 3 e 15 milioni di tonnellate di anidride carbonica, a seconda dei metodi di produzione dell'energia elettrica nei vari Paesi.
Secondo l'analista Alex De Vries, nel suo blog Digiconomist (Bitcoin Energy Consumption), ha messo in evidenza che, da soli, tutti i miners del pianeta consumano una quantità di elettricità pari o superiore al consumo annuo complessivo di molti Paesi del mondo, tra cui l’Irlanda (4,7 milioni di abitanti) e l'Ungheria (9,8 milioni).
Selectra ha effettuato una stima dettagliata sul consumo energetico della rete Bitcoin, ipotizzando che tutte le miniere di Bitcoin utilizzino il calcolatore più moderno ed efficiente attualmente sul mercato, l’Antminer S9.
La ricerca ha tenuto in considerazione: l’hashrate totale della rete (misura la potenza dell'hardware per minare criptovalute), la potenza elettrica e di calcolo dell’Antminer S9 e il numero di transazioni effettuate giornalmente.
Con questi valori è stato possibile, quindi, stimare il consumo energetico totale della rete ogni anno e il consumo unitario relativo a ciascuna transazione.
Tuttavia ipotizzando un’efficienza alta del sistema, i Bitcoin consumano circa 13 TWh/anno (la metà dell'Irlanda).
Per fare qualche paragone, i 13 TWh consumati annualmente dalla rete Bitcoin superano quelli di molte regioni italiane: Basilicata (circa 2,5 TWh), Molise (circa 1,5 TWh) e Umbria (circa 5 TWh).
Il sistema Bitcoin consuma grossomodo quanto 4,8 milioni di famiglie italiane!
Per dare qualche altro numero, il consumo di ogni singola transazione (100 kWh) corrisponde, con l'offerta più economica disponibile oggi, ad un costo di poco meno di 20 euro.
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sabato 10 novembre 2018
Come Iniziare A Fare Trading Online (Guida)
Il trading online consiste nel capire come possono evolvere i mercati, al fine di ottenere un guadagno in base alle oscillazioni degli stessi. I rendimenti possono essere elevati o meno ma sostanzialmente dipende da quanto siete bravi (oltre a volerci un pizzico di fortuna, ovviamente).
Ma in poche parole come funziona? Il concetto è molto semplice: acquisto un titolo e poi lo rivendo. Quindi lo scopo è di guadagnare sulla differenza di prezzo tra acquisto e vendita.
Ovviamente come tutti i giochi di azzardo c'è sempre una componente di rischio dietro: possono essere tanti i soldi persi (così come tanti quelli guadagnati).
ACQUISTO E VENDITA DI TITOLI
Come avviene l'acquisto e la vendita dei titoli? Tramite una piattaforma di trading (broker online).
I broker acquistano e vendono i titoli per conto dei loro clienti, e chiedono una commissione per le operazioni che eseguono. Più precisamente si tratta di Sim, banche o società specializzate nel trading online. E per gli investitori non professionisti ci si può appoggiare anche all’home banking.
Con il trading online, si ha tutto sott'occhio in tempo reale. Si parte con il pre-borsa, l'apertura, la chiusura e anche l'afterhours (post-borsa) per i titoli azionari.
Si ha accesso alla quotazione dei fondi di investimento, dei titoli di Stato, etc
L'orario per investire nei titoli azionari di Piazza Affari è fissato alle ore 09.00 con chiusura alle 17.30.
PAZIENZA E SANGUE FREDDO
In prima approssimazione si può dire che nel trading ci vuole molta pazienza e non bisogna essere precipitosi o farsi prendere troppo la mano perchè i mercati finanziari sono molto complessi e soprattutto imprevedibili.
La volatilità dei mercati mette anche a dura prova il carattere del trader. Non è facile mantenere la strategia fissata (di mantenimento ad esempio) quando il mercato dice il contrario, e cioè quando le quotazioni scendono invece di salire.
BROKER FINANZIARIO
Il broker finanziario è un intermediario che acquista e vende titoli per conto del cliente. Per fare trading bisogna quindi iscriversi presso un broker, e cioè aprire un account. Tipicamente i broker offrono una piattaforma con cui il cliente può inviare al broker stesso gli ordini di acquisto e vendita dei titoli su cui vuole operare.
Quali sono i principali? 24option, Trade.com, Live Trader, eToro, Plus500
Ovviamente si tratta di esempi: ce ne sono tantissimi.
Molti broker offrono anche una versione dimostrativa con la quale è possibile iniziare a fare esperienza senza rischiare soldi veri, e si può valutare la piattaforma stessa. Una cosa importanza da considerare in sede di apertura del conto è il deposito minimo per cominciare a operare.
Importanti anche la disponibilità degli assett e la presenza di strumenti avanzati di trading.
Le diverse caratteristiche assumono diversa importanza secondo il livello e l'esperienza del trader.
ALCUNE FUNZIONI
Queste piattaforme forniscono le quotazioni dei titoli in modalità push tick by tick, consentono l'immissione, modifica e revoca delle scelte in un secondo; permettono di immettere ordini "al meglio", con prezzo limite o condizionati (stop loss/debording); consentono di vendere "allo scoperto" con ricopertura in giornata (si può utilizzare anche il prestito titoli), consentono di effettuare acquisti con il "margine", cioè impegnando solo una frazione dell'importo dell'acquisto, contengono gli storici di indici e titoli, espongono per ogni ordine l'esatta cronistoria.
Per iniziare a fare trading online la cosa più importante da fare è "capire" i mercati e sapere come funzionano.
Per degli esempi vi consiglio questo articolo: Esempi Di Trading (Forex Guida)
Ma in poche parole come funziona? Il concetto è molto semplice: acquisto un titolo e poi lo rivendo. Quindi lo scopo è di guadagnare sulla differenza di prezzo tra acquisto e vendita.
Ovviamente come tutti i giochi di azzardo c'è sempre una componente di rischio dietro: possono essere tanti i soldi persi (così come tanti quelli guadagnati).
ACQUISTO E VENDITA DI TITOLI
Come avviene l'acquisto e la vendita dei titoli? Tramite una piattaforma di trading (broker online).
I broker acquistano e vendono i titoli per conto dei loro clienti, e chiedono una commissione per le operazioni che eseguono. Più precisamente si tratta di Sim, banche o società specializzate nel trading online. E per gli investitori non professionisti ci si può appoggiare anche all’home banking.
Con il trading online, si ha tutto sott'occhio in tempo reale. Si parte con il pre-borsa, l'apertura, la chiusura e anche l'afterhours (post-borsa) per i titoli azionari.
Si ha accesso alla quotazione dei fondi di investimento, dei titoli di Stato, etc
L'orario per investire nei titoli azionari di Piazza Affari è fissato alle ore 09.00 con chiusura alle 17.30.
PAZIENZA E SANGUE FREDDO
In prima approssimazione si può dire che nel trading ci vuole molta pazienza e non bisogna essere precipitosi o farsi prendere troppo la mano perchè i mercati finanziari sono molto complessi e soprattutto imprevedibili.
La volatilità dei mercati mette anche a dura prova il carattere del trader. Non è facile mantenere la strategia fissata (di mantenimento ad esempio) quando il mercato dice il contrario, e cioè quando le quotazioni scendono invece di salire.
BROKER FINANZIARIO
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Quali sono i principali? 24option, Trade.com, Live Trader, eToro, Plus500
Ovviamente si tratta di esempi: ce ne sono tantissimi.
Molti broker offrono anche una versione dimostrativa con la quale è possibile iniziare a fare esperienza senza rischiare soldi veri, e si può valutare la piattaforma stessa. Una cosa importanza da considerare in sede di apertura del conto è il deposito minimo per cominciare a operare.
Importanti anche la disponibilità degli assett e la presenza di strumenti avanzati di trading.
Le diverse caratteristiche assumono diversa importanza secondo il livello e l'esperienza del trader.
ALCUNE FUNZIONI
Queste piattaforme forniscono le quotazioni dei titoli in modalità push tick by tick, consentono l'immissione, modifica e revoca delle scelte in un secondo; permettono di immettere ordini "al meglio", con prezzo limite o condizionati (stop loss/debording); consentono di vendere "allo scoperto" con ricopertura in giornata (si può utilizzare anche il prestito titoli), consentono di effettuare acquisti con il "margine", cioè impegnando solo una frazione dell'importo dell'acquisto, contengono gli storici di indici e titoli, espongono per ogni ordine l'esatta cronistoria.
Per iniziare a fare trading online la cosa più importante da fare è "capire" i mercati e sapere come funzionano.
Per degli esempi vi consiglio questo articolo: Esempi Di Trading (Forex Guida)
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venerdì 9 novembre 2018
Migliori Offerte Black Friday Su Amazon (22-29 Novembre 2019)
Quella del Black Friday è una tradizione tutta americana che ormai da anni ha preso piede anche in Italia.
Negli USA è il giorno successivo a quello del Ringraziamento e tradizionalmente dà il via alle grandi spese natalizie.
Ma di cosa si tratta? Di giorni in cui i prodotti sono super scontati: 20%, 30%, 40% ed anche oltre.Un oggetto di 150 euro, posso trovarlo (per poche ore), a 70 euro ad esempio.
Il Black Friday su Amazon inizia venerdi 22 novembre e finirà il 29 novembre.
Si tratta della settima edizione organizzata dal colosso di Seattle.
OFFERTE
Anche in questa occasione, le piccole e medie imprese partecipano al Black Friday di Amazon.it: oltre il 65% delle offerte disponibili proverranno da piccole aziende e imprenditori che vendono i propri prodotti su Amazon.
Anche Prime Now celebra il Black Friday con migliaia di promozioni per i clienti Prime di Amazon.it dell’area metropolitana di Milano e Roma, che avranno così anche la possibilità di ricevere i prodotti nel giro di massimo 2 ore.
Dunque Elettronica, Abbigliamento, Prodotti per la Casa e la Cucina, Giocattoli, Libri, Musica e molte altre categorie con sconti tra il 15% e il 40%.
Le promozioni riguarderanno quasi tutto il catalogo di Amazon.
Sarà possibile trovare fotocamere Canon fino al 40% di sconto, promozioni su Smartwatches, portatili, Activity Trackers, Navigatori, TV di ultima generazione, videogiochi, Echo Dot (Alexa) a prezzi stracciati, etc
Durante la settimana del Black Friday, i clienti potranno godere anche di "Offerte Lampo" della durata massima di 6 ore e di "Offerte del Giorno" che riguarderanno prodotti molto popolari che potranno durare fino a 24 ore.
In questa pagina troverete le offerte (sempre aggiornate) del 2019: Black Friday (Offerte 2019)
I VANTAGGI DI AMAZON PRIME DURANTE IL BLACK FRIDAY!
L'abbonamento Prime ad Amazon permette di avere molti vantaggi, tra i quali la consegna rapida e senza spese di spedizione. Inoltre gli iscritti Prime ricevono un accesso anticipato alle offerte! (che durante il Black Friday, Cyber Monday e Prime Day fa tutta la differenza del mondo perchè si viene avvisati prima degli altri delle offerte. Ciò è molto importante per evitare che il vostro oggetto venga esaurito in poco tempo).
Inoltre potrete anche sfruttare Prime Video: cioè guardate tutti i film e serie TV che volete in modo gratuito per un mese.
Altri vantaggi? Oltre 2 milioni di brani musicali da ascoltare, ebook gratuiti, contenuti in-game gratuiti ed uno spazio di archiviazione illimitato per le foto.
Vi ricordo che Prime è gratuito per il primo mese!
Per iniziare la prova gratuita schiacciate sul banner di sotto.
Dopo i primi 30 giorni gratuiti, Prime verrà rinnovato a 4.99 euro al mese.
Nel caso non foste soddisfatti e vorreste sfruttare solo i 30 giorni gratuiti, prima della scadenza del mese, vi basterà entrare in Amazon e schiacciare su "il mio account".
Lì schiacciate su Prime e disattivate l'abbonamento.
Qui trovate tutti gli abbonamenti di Amazon (potrete usufruire anche di mesi gratuiti): Tutti I Servizi Offerti Da Amazon
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giovedì 8 novembre 2018
Migliori Antminer Per Minare Bitcoin: S9, S15 e T15
Il colosso del mining Bitmain ha ufficializzato i nuovi ASIC per il Bitcoin basati sui nuovi chip a 7 nanometri BM1391.
Si tratta del Bitmain Antminer S15 ed l’Antminer T15.
Questi due andranno a sostituire gli Antminer S9.
A questo proposito, va sottolineato che Bitmain ha reso disponibile l'AsicBoost su tutti i prodotti muniti dei chip BM1387, dunque gli Antminer R4, S9i, S9j, T9 and T9+. Verrà dunque rilasciato un nuovo firmware per tutti questi device nelle prossime settimane.
Come riportato dallo studio di Braiin OS, AsicBoost dovrebbe migliorare l’efficienza degli ASIC, offrendo quindi consumi inferiori.
Con questa feature si dovrebbe ottenere una considerevole riduzione in termini di consumi.
In dettaglio, nel caso del Bitmain Antminer S9, sfruttando l’AsicBoost a parità di hashrate è possibile ottenere un risparmio energetico fino al 13%.
Questa feature sfrutta una funzione chiamata multi-version.
Antminer S9 ha un' hashrate di 13,5 TH/s per un consumo di 1323 Watt.
QUANTO SI PRODUCE?
Va considerato che un Kwh=0.165 €.
E in un mese per attività di mining con un Antminer S9 si spende poco oltre i 600 euro.
A dicembre 2017 un Antiminer S9 produceva circa 0,0025 BTC al giorno.
Altre volte 0.0035 o meno.
Cioè circa 0.9 all'anno.
Ovviamente questi calcoli vanno sempre aggiornati tenendo presente il coefficiente di difficoltà che varia in base al valore (ai tempi il valore di un Bitcoin si aggirava dai 14mila euro in su).
ANTMINER S15
Con un’efficienza fino a 50 Watt per TH, l’Antminer S15 è la scelta migliore se consideriamo le prestazioni per Watt. Il merito dei bassi consumi e dunque dell’elevata efficienza energetica è sicuramente dovuto ai nuovi chip BM1391.
Il Bitmain Antminer S15 mantiene il medesimo form factor a tre motherboard dell’S9 e sullo stesso troviamo i nuovi chip a 7 nanometri prodotti dalla fonderia TSMC. Il dispositivo è in grado di ottenere un hashrate massimo prossimo ai 28 TH/s sull’algoritmo di hashing SHA256, con un assorbimento di energia pari a 1596 Watt/ora circa.
Si parla dunque di un efficienza prossima ai 57 Watt per TH.
Nella modalità a risparmio energetico invece, l’S15 è in grado di ottenere un hashrate di 17 TH/s con 850 Watt di consumo, per un efficienza di 50 Watt per TH.
Tra le soluzioni più efficienti ad oggi, troviamo solamente gli ASIC a 10nm di Ebang, in grado di spingersi a 44 TH/s con un consumo di 2 KWatt/h di corrente elettrica. Ciò si traduce in un’efficienza di 46 Watt per TH (uscirà nel 2019).
Infine, per quanto riguarda il prezzo, si parla di 1475 dollari come cifra di lancio. Sul fronte disponibilità, il primo batch verrà spedito a partire dal 20 Dicembre, mentre per il secondo batch occorrerà attendere l’anno nuovo.
ANTMINER T15
Il fratello minore dell’Antminer S15 è il T15, molto simile al S15 ma con un hashrate minore.
Il Bitmain Antminer T15 infatti, è in grado di ottenere un hashrate massimo di 23 TH/s con un assorbimento energetico di circa 1540 Watt/ora. Si parla dunque di un efficienza prossima ai 67 Watt per TH. Nella modalità risparmio energetico invece, il T15 ottiene un hashrate di 20 TH/s con 1200 Watt di consumo, per un efficienza di 60 Watt per TH.
Il costo è di 913 dollari come cifra di lancio.
L'HARD FORK DI BITCOIN CASH
In vista dell'Hard Fork di Bitcoin Cash, Bitmain ha installato circa 90.000 Antminer S9 nella regione cinese occidentale dello Xinjiang. Sembra che Bitmain abbia intenzione di ricoprire un ruolo strategico nell'imminente "guerra alla potenza di calcolo" mettendosi in contatto con le mining farm della regione dello Xianjing, molto ricca di carbone e, di conseguenza, di energia elettrica.
Secondo quanto dichiarato a DeepChain dall'operatore della mining pool Yu Hao che sarebbe in contatto con "quasi tutte" le aziende di mining locali già da fine ottobre, per convincerle ad installare quasi 90.000 Antminer S9:
Secondo DeepChain, Bitmain ha bisogno di sfruttare l'eccesso energetico nelle regioni ricche di carbone come lo Xinjiang e la Mongolia Interna poiché le centrali idroelettriche nel sud-ovest della Cina non riescono a fornire un quantitativo di energia elettrica sufficiente.
Va inoltre sottolineato che Bitmain è uno dei principali holder di Bitcoin Cash, e sostiene la società Bitcoin ABC, alla guida dell'imminente Hard Fork. Agli aggiornamenti di scalabilità proposti da ABC si è invece nettamente opposta nChain, guidata da Craig S. Wright, che sostiene di essere "Satoshi Nakomoto" .
Wright appoggia un protocollo BCH noto come Bitcoin-SV (BSV), ma finora le grandi mining pool come BTC.com, AntPool, Btc.top, ViaBTC e Bitcoin.com sembrano preferire la soluzione di Bitcoin ABC.
CoinGeek, la più grande mining pool BCH, BMG e SBI, invece sosterrà Wright.
Binance, la più grande piattaforma di trading di criptovalute al mondo, ha annunciato il suo pieno supporto all'Hard Fork.
Questo uno dei motivi per cui il prezzo del BTC Cash sale: ci sono tanti investimenti.
Si tratta del Bitmain Antminer S15 ed l’Antminer T15.
Questi due andranno a sostituire gli Antminer S9.
A questo proposito, va sottolineato che Bitmain ha reso disponibile l'AsicBoost su tutti i prodotti muniti dei chip BM1387, dunque gli Antminer R4, S9i, S9j, T9 and T9+. Verrà dunque rilasciato un nuovo firmware per tutti questi device nelle prossime settimane.
Come riportato dallo studio di Braiin OS, AsicBoost dovrebbe migliorare l’efficienza degli ASIC, offrendo quindi consumi inferiori.
Con questa feature si dovrebbe ottenere una considerevole riduzione in termini di consumi.
In dettaglio, nel caso del Bitmain Antminer S9, sfruttando l’AsicBoost a parità di hashrate è possibile ottenere un risparmio energetico fino al 13%.
Questa feature sfrutta una funzione chiamata multi-version.
Antminer S9 ha un' hashrate di 13,5 TH/s per un consumo di 1323 Watt.
QUANTO SI PRODUCE?
Va considerato che un Kwh=0.165 €.
E in un mese per attività di mining con un Antminer S9 si spende poco oltre i 600 euro.
A dicembre 2017 un Antiminer S9 produceva circa 0,0025 BTC al giorno.
Altre volte 0.0035 o meno.
Cioè circa 0.9 all'anno.
Ovviamente questi calcoli vanno sempre aggiornati tenendo presente il coefficiente di difficoltà che varia in base al valore (ai tempi il valore di un Bitcoin si aggirava dai 14mila euro in su).
Con un’efficienza fino a 50 Watt per TH, l’Antminer S15 è la scelta migliore se consideriamo le prestazioni per Watt. Il merito dei bassi consumi e dunque dell’elevata efficienza energetica è sicuramente dovuto ai nuovi chip BM1391.
Il Bitmain Antminer S15 mantiene il medesimo form factor a tre motherboard dell’S9 e sullo stesso troviamo i nuovi chip a 7 nanometri prodotti dalla fonderia TSMC. Il dispositivo è in grado di ottenere un hashrate massimo prossimo ai 28 TH/s sull’algoritmo di hashing SHA256, con un assorbimento di energia pari a 1596 Watt/ora circa.
Si parla dunque di un efficienza prossima ai 57 Watt per TH.
Nella modalità a risparmio energetico invece, l’S15 è in grado di ottenere un hashrate di 17 TH/s con 850 Watt di consumo, per un efficienza di 50 Watt per TH.
Tra le soluzioni più efficienti ad oggi, troviamo solamente gli ASIC a 10nm di Ebang, in grado di spingersi a 44 TH/s con un consumo di 2 KWatt/h di corrente elettrica. Ciò si traduce in un’efficienza di 46 Watt per TH (uscirà nel 2019).
Infine, per quanto riguarda il prezzo, si parla di 1475 dollari come cifra di lancio. Sul fronte disponibilità, il primo batch verrà spedito a partire dal 20 Dicembre, mentre per il secondo batch occorrerà attendere l’anno nuovo.
ANTMINER T15
Il fratello minore dell’Antminer S15 è il T15, molto simile al S15 ma con un hashrate minore.
Il Bitmain Antminer T15 infatti, è in grado di ottenere un hashrate massimo di 23 TH/s con un assorbimento energetico di circa 1540 Watt/ora. Si parla dunque di un efficienza prossima ai 67 Watt per TH. Nella modalità risparmio energetico invece, il T15 ottiene un hashrate di 20 TH/s con 1200 Watt di consumo, per un efficienza di 60 Watt per TH.
Il costo è di 913 dollari come cifra di lancio.
L'HARD FORK DI BITCOIN CASH
In vista dell'Hard Fork di Bitcoin Cash, Bitmain ha installato circa 90.000 Antminer S9 nella regione cinese occidentale dello Xinjiang. Sembra che Bitmain abbia intenzione di ricoprire un ruolo strategico nell'imminente "guerra alla potenza di calcolo" mettendosi in contatto con le mining farm della regione dello Xianjing, molto ricca di carbone e, di conseguenza, di energia elettrica.
Secondo quanto dichiarato a DeepChain dall'operatore della mining pool Yu Hao che sarebbe in contatto con "quasi tutte" le aziende di mining locali già da fine ottobre, per convincerle ad installare quasi 90.000 Antminer S9:
Secondo DeepChain, Bitmain ha bisogno di sfruttare l'eccesso energetico nelle regioni ricche di carbone come lo Xinjiang e la Mongolia Interna poiché le centrali idroelettriche nel sud-ovest della Cina non riescono a fornire un quantitativo di energia elettrica sufficiente.
Va inoltre sottolineato che Bitmain è uno dei principali holder di Bitcoin Cash, e sostiene la società Bitcoin ABC, alla guida dell'imminente Hard Fork. Agli aggiornamenti di scalabilità proposti da ABC si è invece nettamente opposta nChain, guidata da Craig S. Wright, che sostiene di essere "Satoshi Nakomoto" .
Wright appoggia un protocollo BCH noto come Bitcoin-SV (BSV), ma finora le grandi mining pool come BTC.com, AntPool, Btc.top, ViaBTC e Bitcoin.com sembrano preferire la soluzione di Bitcoin ABC.
CoinGeek, la più grande mining pool BCH, BMG e SBI, invece sosterrà Wright.
Binance, la più grande piattaforma di trading di criptovalute al mondo, ha annunciato il suo pieno supporto all'Hard Fork.
Questo uno dei motivi per cui il prezzo del BTC Cash sale: ci sono tanti investimenti.
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mercoledì 7 novembre 2018
Spionaggio Politico Sul Deep Web: I Dati Di 62 Milioni Di Elettori In Vendita
La ClearSky Cyber Security (società di sicurezza informatica israeliana) ha trovato un set di dati su Dream Market contenente informazioni dettagliate su circa 62 milioni di elettori americani provenienti da 17 stati (il totale è di 111 milioni di elettori).
I dettagli degli elettori includono informazioni come nome e cognome, data di nascita, sesso, numero di telefono, indirizzo di casa ed altri dettagli quali partito politico.
A quanto si legge pare che il costo sia solo di 10,39 dollari (da pagare in Bitcoin).
Secondo il CEO di ClearSky Boaz Dolev, la società ha scoperto i database sulle Darknet due settimane fa.
Dolev in un'intervista rilasciata su Haaretz : "Come parte del nostro monitoraggio, controlliamo i mercati in cui i pirati informatici cercano di commercializzare il loro materiale illecito, ed è così che abbiamo trovato il pool di dati sugli elettori americani prima del giorno delle elezioni. I dati sono abbastanza aggiornati, alcuni sono stati aggiornati nel 2017 e altri nel 2015"
Secondo l'esperto di cibersicurezza, i responsabili della protezione della privacy dei cittadini, negli Stati Uniti e in altri paesi, dovrebbero proteggere meglio queste informazioni perchè possono essere utilizzate non solo dai politici che possono influenzare i potenziali elettori, ma anche da entità oscure o ostili, ecco perché è necessaria una difesa di più alto livello, così come le azioni da parte delle forze dell'ordine.
La scorsa settimana, un gruppo di esperti statunitensi ha affermato che da Washington avrebbero intrapreso attacchi cibernetici contro la Russia se fossero state trovate prove di interferenze nelle elezioni americane. La Russia ha negato tutte le precedenti dichiarazioni statunitensi di ingerenza nelle elezioni americane del 2016, evidenziando una totale mancanza di prove.
Venerdì il Dipartimento della Sicurezza Nazionale ha però riferito di non aver rilevato alcun tentativo da parte degli Stati esteri di penetrare nelle infrastrutture elettorali statunitensi prima delle elezioni del 2018.
I dettagli degli elettori includono informazioni come nome e cognome, data di nascita, sesso, numero di telefono, indirizzo di casa ed altri dettagli quali partito politico.
A quanto si legge pare che il costo sia solo di 10,39 dollari (da pagare in Bitcoin).
Secondo il CEO di ClearSky Boaz Dolev, la società ha scoperto i database sulle Darknet due settimane fa.
Dolev in un'intervista rilasciata su Haaretz : "Come parte del nostro monitoraggio, controlliamo i mercati in cui i pirati informatici cercano di commercializzare il loro materiale illecito, ed è così che abbiamo trovato il pool di dati sugli elettori americani prima del giorno delle elezioni. I dati sono abbastanza aggiornati, alcuni sono stati aggiornati nel 2017 e altri nel 2015"
Secondo l'esperto di cibersicurezza, i responsabili della protezione della privacy dei cittadini, negli Stati Uniti e in altri paesi, dovrebbero proteggere meglio queste informazioni perchè possono essere utilizzate non solo dai politici che possono influenzare i potenziali elettori, ma anche da entità oscure o ostili, ecco perché è necessaria una difesa di più alto livello, così come le azioni da parte delle forze dell'ordine.
La scorsa settimana, un gruppo di esperti statunitensi ha affermato che da Washington avrebbero intrapreso attacchi cibernetici contro la Russia se fossero state trovate prove di interferenze nelle elezioni americane. La Russia ha negato tutte le precedenti dichiarazioni statunitensi di ingerenza nelle elezioni americane del 2016, evidenziando una totale mancanza di prove.
Venerdì il Dipartimento della Sicurezza Nazionale ha però riferito di non aver rilevato alcun tentativo da parte degli Stati esteri di penetrare nelle infrastrutture elettorali statunitensi prima delle elezioni del 2018.
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Dal Web 1.0 Al Web 2.0: è Tempo Di Web 3.0? Il Cryptointernet
Se il Web 1.0 era fatto principalmente da siti web statici con cui si poteva interagire solo attraverso i link comunque si trattava di una rete distribuita, pubblica e aperta.
Il Web 2.0 è diventato invece il regno di Google, Youtube, Facebook, Amazon che hanno, come dire, "chiuso" la rete grazie al loro monopolio (social network, siti di ecommerce ed in generale siti dinamici).
Alla base di tutto ovviamente i dati di profilazione degli utenti che hanno permesso ai giganti del Web 2.0 di ingrandirsi sempre di più, a discapito di tutti.
In parole povere Google "divorò" senza problemi Yahoo (sicuramente il motore di ricerca più grande e trafficato del Web 1.0), lo stesso fece Amazon con altri siti di eCommerce.
Oggi invece che il "nuovo" mangi il boss è assolutamente impossibile, a meno che non si ritorni ad una rete più decentralizzata, aperta e intercomunicabile.
Ma cosa ha permesso il passaggio dal Web 1.0 al Web 2.0? Sicuramente le ADSL e le fibre ottiche che hanno aumentato notevolmente la tecnologia vigente (leggi "velocità di connessione").
WEB 3.0
Tim Berners-Lee con il progetto Solid sta mirando a rovesciare l’architettura di internet, rendendo i dati qualcosa che sia sempre più in mano agli utenti e limitando quindi il potere delle piattaforme (come giusto che sia).
L’iniziativa dell’inventore del World Wide Web però non sfrutta la blockchain.
La tecnologia usata dalle criptovalute permette infatti di distribuire dati, memoria informatica, potenza di calcolo e quant’altro tra tutti i computer che partecipano alla catena.
I sistemi decentralizzati sono importanti perché in grado di resistere ai tentativi di censura da parte dei governi (è impossibile mandare down la blockchain e le piattaforme che ospita, perché vive su milioni di computer diversi) e perchè garantiscono una maggiore sicurezza agli attacchi fornendo anche una maggiore privacy agli utilizzatori.
Ad esempio un cloud centralizzato può essere mandato offline facilmente perchè ha un singolo punto che una volta "colpito" rende inutilizzabili tutte le altre piattaforme collegate.
In un cloud gestito con la blockchain, invece, la memoria sarebbe distribuita tra tutti i computer (più o meno grandi) che partecipano a questo sistema distribuito, garantendo una maggiore sicurezza e rendendo impossibile colpire un singolo punto per mandare al tappeto l’intero network.
È da queste premesse che prende avvio il progetto che viene comunemente chiamato Web 3.0 o anche cryptonetwork.
Sotto certi versi, passare dal Web 2.0 al Web 3.0 con tanto di blockchain equivarrebbe (per fare un paragone) al passaggio da HTTP ad HTTPS (cioè verrebbe aggiunto un livello di sicurezza in più).
Chris Dixon scrive su Medium: "Si tratta di network costruiti su internet che usano meccanismi di consenso come la blockchain (che permettono a tutti gli attori della catena di partecipare al processo decisionale) e consentono di usare le criptovalute per incentivare la collaborazione di tutti i membri del network. Alcuni cryptonetwork, come Ethereum, sono piattaforme di programmazione che possono essere usate più o meno per ogni scopo. Altri hanno obiettivi particolari: Bitcoin è inteso principalmente come una criptovaluta, Golem serve per distribuire il potere di calcolo, Filecoin per la conservazione decentralizzata dei file, etc"
Una piattaforma decentralizzate del Web 2.0 è Wikipedia.
Nei primi anni del 2000, l'enciclopedia online principale (centralizzata) era Encarta. Nonostante la prima versione fosse molto meno completa di Encarta, Wikipedia riuscì a migliorare a grandissima velocità, grazie alla sua comunità di collaboratori volontari. Nel 2005, Wikipedia era il sito più linkato di tutta internet.
Encarta invece è fallito nel 2009.
Approdando sul Web 3.0, inoltre, Wikipedia potrebbe conservare tutte le sue voci su un network distribuito (rendendo impossibile una sua chiusura), decidere democraticamente le modifiche alla policy attraverso la partecipazione di tutti i collaboratori e pagarli sfruttando un’apposita criptovaluta.
Il primo browser basato su un sistema di criptovalute è già nato: Brave, lo strumento di navigazione ideato da Brendan Eich, creatore di JavaScript e cofondatore di Mozilla, punta a sostituire l’attuale modello di business del Web (la pubblicità) con uno basato sulla sua criptovaluta (Bat, Basic Attention Token).
E' possibile mantenere la pubblicità così com’è adesso, rimpiazzare la pubblicità tradizionale con quella selezionata da Brave (che ricompenserà sia i siti che la ospitano, sia gli utenti che decidono di vederla) oppure usare i Bat (magari guadagnati grazie alla seconda opzione) per pagare una quota mensile ai propri siti preferiti (per visualizzarli privi di banner).
L’equivalente di Dropbox, ma che sfrutta la blockchain, potrebbe ricompensare (sfruttando sempre le criptovalute) tutti gli utenti che decidono di assegnare una parte della memoria dei loro computer o smartphone per conservare in sicurezza (grazie alla blockchain) i file caricati nel cloud. Già oggi stanno sperimentando un sistema simile società come Storj o Filecoin.
Il principale problema di tutto ciò, sono i numerosi limiti della blockchain (soprattutto in termini di scalabilità, visto che al momento è in grado di reggere poche operazioni al secondo) e lo scetticismo che circonda il mondo delle criptovalute, per via della loro volatilità.
Il Web 2.0 è diventato invece il regno di Google, Youtube, Facebook, Amazon che hanno, come dire, "chiuso" la rete grazie al loro monopolio (social network, siti di ecommerce ed in generale siti dinamici).
Alla base di tutto ovviamente i dati di profilazione degli utenti che hanno permesso ai giganti del Web 2.0 di ingrandirsi sempre di più, a discapito di tutti.
In parole povere Google "divorò" senza problemi Yahoo (sicuramente il motore di ricerca più grande e trafficato del Web 1.0), lo stesso fece Amazon con altri siti di eCommerce.
Oggi invece che il "nuovo" mangi il boss è assolutamente impossibile, a meno che non si ritorni ad una rete più decentralizzata, aperta e intercomunicabile.
Ma cosa ha permesso il passaggio dal Web 1.0 al Web 2.0? Sicuramente le ADSL e le fibre ottiche che hanno aumentato notevolmente la tecnologia vigente (leggi "velocità di connessione").
WEB 3.0
Tim Berners-Lee con il progetto Solid sta mirando a rovesciare l’architettura di internet, rendendo i dati qualcosa che sia sempre più in mano agli utenti e limitando quindi il potere delle piattaforme (come giusto che sia).
L’iniziativa dell’inventore del World Wide Web però non sfrutta la blockchain.
La tecnologia usata dalle criptovalute permette infatti di distribuire dati, memoria informatica, potenza di calcolo e quant’altro tra tutti i computer che partecipano alla catena.
I sistemi decentralizzati sono importanti perché in grado di resistere ai tentativi di censura da parte dei governi (è impossibile mandare down la blockchain e le piattaforme che ospita, perché vive su milioni di computer diversi) e perchè garantiscono una maggiore sicurezza agli attacchi fornendo anche una maggiore privacy agli utilizzatori.
Ad esempio un cloud centralizzato può essere mandato offline facilmente perchè ha un singolo punto che una volta "colpito" rende inutilizzabili tutte le altre piattaforme collegate.
In un cloud gestito con la blockchain, invece, la memoria sarebbe distribuita tra tutti i computer (più o meno grandi) che partecipano a questo sistema distribuito, garantendo una maggiore sicurezza e rendendo impossibile colpire un singolo punto per mandare al tappeto l’intero network.
È da queste premesse che prende avvio il progetto che viene comunemente chiamato Web 3.0 o anche cryptonetwork.
Sotto certi versi, passare dal Web 2.0 al Web 3.0 con tanto di blockchain equivarrebbe (per fare un paragone) al passaggio da HTTP ad HTTPS (cioè verrebbe aggiunto un livello di sicurezza in più).
Chris Dixon scrive su Medium: "Si tratta di network costruiti su internet che usano meccanismi di consenso come la blockchain (che permettono a tutti gli attori della catena di partecipare al processo decisionale) e consentono di usare le criptovalute per incentivare la collaborazione di tutti i membri del network. Alcuni cryptonetwork, come Ethereum, sono piattaforme di programmazione che possono essere usate più o meno per ogni scopo. Altri hanno obiettivi particolari: Bitcoin è inteso principalmente come una criptovaluta, Golem serve per distribuire il potere di calcolo, Filecoin per la conservazione decentralizzata dei file, etc"
Una piattaforma decentralizzate del Web 2.0 è Wikipedia.
Nei primi anni del 2000, l'enciclopedia online principale (centralizzata) era Encarta. Nonostante la prima versione fosse molto meno completa di Encarta, Wikipedia riuscì a migliorare a grandissima velocità, grazie alla sua comunità di collaboratori volontari. Nel 2005, Wikipedia era il sito più linkato di tutta internet.
Encarta invece è fallito nel 2009.
Approdando sul Web 3.0, inoltre, Wikipedia potrebbe conservare tutte le sue voci su un network distribuito (rendendo impossibile una sua chiusura), decidere democraticamente le modifiche alla policy attraverso la partecipazione di tutti i collaboratori e pagarli sfruttando un’apposita criptovaluta.
Il primo browser basato su un sistema di criptovalute è già nato: Brave, lo strumento di navigazione ideato da Brendan Eich, creatore di JavaScript e cofondatore di Mozilla, punta a sostituire l’attuale modello di business del Web (la pubblicità) con uno basato sulla sua criptovaluta (Bat, Basic Attention Token).
E' possibile mantenere la pubblicità così com’è adesso, rimpiazzare la pubblicità tradizionale con quella selezionata da Brave (che ricompenserà sia i siti che la ospitano, sia gli utenti che decidono di vederla) oppure usare i Bat (magari guadagnati grazie alla seconda opzione) per pagare una quota mensile ai propri siti preferiti (per visualizzarli privi di banner).
L’equivalente di Dropbox, ma che sfrutta la blockchain, potrebbe ricompensare (sfruttando sempre le criptovalute) tutti gli utenti che decidono di assegnare una parte della memoria dei loro computer o smartphone per conservare in sicurezza (grazie alla blockchain) i file caricati nel cloud. Già oggi stanno sperimentando un sistema simile società come Storj o Filecoin.
Il principale problema di tutto ciò, sono i numerosi limiti della blockchain (soprattutto in termini di scalabilità, visto che al momento è in grado di reggere poche operazioni al secondo) e lo scetticismo che circonda il mondo delle criptovalute, per via della loro volatilità.
domenica 4 novembre 2018
Arriva L'Hard Fork Per Il Bitcoin Cash e Il Prezzo Sale (15 Novembre 2018)
Nato da una costola del Bitcoin ad agosto 2017, il Bitcoin Cash sta ad un punto di svolta della sua breve vita.
Il suo trend storico parla di picchi oltre mille euro, poi il calo.
Nelle ultime ore però il valore è salito di circa il 15% (assestandosi su oltre 600 dollari).
Questa crescita è dovuta al Fork, in arrivo il prossimo 15 Novembre, che sarà supportato da diversi exchange.
Infatti Binance e Coinbase intendono supportare il fork con qualche differenza: Binance non ha specificato se manterrà il supporto per entrambe le chain che si creeranno oppure solo per quella che avrà hash rate maggiore. Coinbase invece ha specificato che supporterà solo quella proposta su BitcoinCash (Sito Ufficiale).
Il fork del 15 novembre 2018 è un po’ diverso dal solito perchè gli sviluppatori non sono giunti ad un accordo su questo upgrade e c’è il rischio che si originino due chain separate entrambe supportate da molti developers (Hard Fork).
Del resto il Bitcoin Cash, era nato proprio così, cioè a causa di opinioni discordanti tra gli sviluppatori (soprattutto su come risolvere i problemi di scalabilità).
Ora le fazioni sono in sostanza due: quella predominanate è Bitcoin ABC, supportata da Bitmain, e costituita dal pool di sviluppatori che ha guidato il fork di Bitcoin dando origine a Bitcoin Cash.
L’altra fazione è guidata da Craig Wright che intende puntare maggiormente su una maggiore privacy delle transazioni.
ABC opta per Canonical Transaction e Sign Data Verify, mentre il gruppo che adesso supporta SV ha proposto una sua roadmap alternativa (riattivare i vecchi OP Codes di Satoshi e continuare ad aumentare il limite del blocco). Craig Wright non ha trovato un compromesso con gli sviluppatori di Bitcoin ABC e ha deciso di proseguire per la sua strada.
Durante il fork di novembre la maggioranza dell’hash rate cambierà nodo. La modalità di soluzione della diatriba è semplicemente il Nakamoto Consensus: il ramo con più lavoro (PoW) sarà quello che determinerà chi dei due gruppi avrà la meglio. Il gruppo con la minoranza dell’hash rate potrà comunque portare avanti la catena minoritaria, oppure potrà riunirsi alla maggioranza e continuare con le regole della maggioranza.
Ora come ora è difficile dire chi prevarrà: potrebbero anche sopravvivere entrambe.
Il supporto di un fork dipende ovviamente dai miner: se decidono di non supportarlo la morte sarà graduale ma certa. Se però i miner si dividessero in modo equo potrebbero, come detto, sopravvivere entrambe le chain.
Gli investitori che stanno comprando in questi giorni BCH riceveranno un quantitativo di token equivalente da entrambe le chain. Ecco perchè il prezzo sale: molti investitori stanno acquistando BCH in attesa del fork. I volumi di BCH sono in netta crescita, oggi ad esempio è l’asset più scambiato su Bitfinex.
Il suo trend storico parla di picchi oltre mille euro, poi il calo.
Nelle ultime ore però il valore è salito di circa il 15% (assestandosi su oltre 600 dollari).
Questa crescita è dovuta al Fork, in arrivo il prossimo 15 Novembre, che sarà supportato da diversi exchange.
Infatti Binance e Coinbase intendono supportare il fork con qualche differenza: Binance non ha specificato se manterrà il supporto per entrambe le chain che si creeranno oppure solo per quella che avrà hash rate maggiore. Coinbase invece ha specificato che supporterà solo quella proposta su BitcoinCash (Sito Ufficiale).
Il fork del 15 novembre 2018 è un po’ diverso dal solito perchè gli sviluppatori non sono giunti ad un accordo su questo upgrade e c’è il rischio che si originino due chain separate entrambe supportate da molti developers (Hard Fork).
Del resto il Bitcoin Cash, era nato proprio così, cioè a causa di opinioni discordanti tra gli sviluppatori (soprattutto su come risolvere i problemi di scalabilità).
Ora le fazioni sono in sostanza due: quella predominanate è Bitcoin ABC, supportata da Bitmain, e costituita dal pool di sviluppatori che ha guidato il fork di Bitcoin dando origine a Bitcoin Cash.
L’altra fazione è guidata da Craig Wright che intende puntare maggiormente su una maggiore privacy delle transazioni.
ABC opta per Canonical Transaction e Sign Data Verify, mentre il gruppo che adesso supporta SV ha proposto una sua roadmap alternativa (riattivare i vecchi OP Codes di Satoshi e continuare ad aumentare il limite del blocco). Craig Wright non ha trovato un compromesso con gli sviluppatori di Bitcoin ABC e ha deciso di proseguire per la sua strada.
Durante il fork di novembre la maggioranza dell’hash rate cambierà nodo. La modalità di soluzione della diatriba è semplicemente il Nakamoto Consensus: il ramo con più lavoro (PoW) sarà quello che determinerà chi dei due gruppi avrà la meglio. Il gruppo con la minoranza dell’hash rate potrà comunque portare avanti la catena minoritaria, oppure potrà riunirsi alla maggioranza e continuare con le regole della maggioranza.
Ora come ora è difficile dire chi prevarrà: potrebbero anche sopravvivere entrambe.
Il supporto di un fork dipende ovviamente dai miner: se decidono di non supportarlo la morte sarà graduale ma certa. Se però i miner si dividessero in modo equo potrebbero, come detto, sopravvivere entrambe le chain.
Gli investitori che stanno comprando in questi giorni BCH riceveranno un quantitativo di token equivalente da entrambe le chain. Ecco perchè il prezzo sale: molti investitori stanno acquistando BCH in attesa del fork. I volumi di BCH sono in netta crescita, oggi ad esempio è l’asset più scambiato su Bitfinex.
venerdì 2 novembre 2018
Funzionamento Della Programmazione a Blocchi o Visuale: Software Migliori
La programmazione a blocchi o visuale, è il modo più facile per avvicinarsi al coding quindi alla "programmazione". Con la programmazione a blocchi si possono anche programmare i robot, grazie ad app e software intuitivi, facili da capire e usare. Il coding consente di apprendere le basi della programmazione informatica, aiuta a sviluppare la logica, stimola la creatività ed educa al pensiero computazionale, a ragionare su problemi concreti e sulla loro risoluzione. La programmazione a blocchi è un metodo di programmazione visuale (quindi diversa dalla più nota programmazione testuale). In poche parole basta manipolare degli oggetti, spostare degli elementi sullo schermo del tuo PC e l'app è bella che pronta. Tramite ciò è possibile creare giochi, animazioni, storie interattive, sequenze musicali ma può anche essere usata per programmare un robot, per fargli compiere determinati movimenti e comportamenti, per aggiungere delle nuove abilità a un androide.
Il tutto senza scrivere codici. Basta spostare e ordinare in sequenza una serie di blocchi o oggetti grafici su un monitor, come se fossero i pezzi di un puzzle. A ogni mattoncino corrisponde un comando, un’istruzione che non ha bisogno di essere digitata.
SCRATCH
Scratch è un ambiente di programmazione a blocchi per il coding e la robotica educativa che consente di realizzare giochi e storie interattive in modo intuitivo. Assemblando i blocchetti sullo schermo puoi far muovere un personaggio virtuale a tuo piacimento. Puoi farlo muovere, ballare, personalizzarne l’aspetto oppure puoi creare immagini che ruotano e si animano in base alla musica.
Sito ufficiale: Scratch
GOOGLE BLOCKY
Blockly è un ambiente di programmazione visuale simile a Scratch.
Anche in questo caso, devi spostare e unire dei blocchi colorati di forme e dimensioni diverse per completare una serie di missioni: uscire da un labirinto, colpire un bersaglio con un cannone, disegnare figure geometriche, etc Di Blockly esiste anche una versione in italiano.
Sito ufficiale: Blockly
ARDUBLOCK
Ardublock è un ambiente per la programmazione a blocchi specifico per Arduino.
Per utilizzarlo è necessario installare Arduino IDE sul computer, un software che consente di scrivere codice informatico in maniera semplice e intuitiva. Il meccanismo di funzionamento è analogo a quello di Blockly e Scratch. In più con Ardublock, ogni volta che sposti un mattoncino, puoi visualizzare la riga di codice corrispondente in una finestra a parte del programma.
Sito ufficiale: Ardublock
CHOREGRAPHE
Questo software permette di programmare i comportamenti di Nao robot, robot Pepper e Romeo robot, i tre robot umanoidi realizzati da SoftBank Robotics.
Sito ufficiale: Choregraphe
MIT APP INVENTOR 2
Con App Inventor 2 lo sviluppo dell’interfaccia grafica e del codice a blocchi di una applicazione viene effettuato interamente nel browser web, ma per eseguirla bisogna compilare ogni volta l’applicazione e trasferirla su un cellulare o un tablet Android.
Per saperne di più: Guida App Inventor 2
SITO ONLINE PER IL CODING
Code.org è una piattaforma online, gratuita, che offre la possibilità a insegnanti e bambini da 4 anni in su di “giocare” con la programmazione. Sul sito sono disponibili una serie di esercizi incentrati sull’uso della programmazione visuale.
Altri software e siti per programmare: Mamamo: Software ed App Per Programmare a Blocchi
Il tutto senza scrivere codici. Basta spostare e ordinare in sequenza una serie di blocchi o oggetti grafici su un monitor, come se fossero i pezzi di un puzzle. A ogni mattoncino corrisponde un comando, un’istruzione che non ha bisogno di essere digitata.
SCRATCH
Scratch è un ambiente di programmazione a blocchi per il coding e la robotica educativa che consente di realizzare giochi e storie interattive in modo intuitivo. Assemblando i blocchetti sullo schermo puoi far muovere un personaggio virtuale a tuo piacimento. Puoi farlo muovere, ballare, personalizzarne l’aspetto oppure puoi creare immagini che ruotano e si animano in base alla musica.
Sito ufficiale: Scratch
GOOGLE BLOCKY
Blockly è un ambiente di programmazione visuale simile a Scratch.
Anche in questo caso, devi spostare e unire dei blocchi colorati di forme e dimensioni diverse per completare una serie di missioni: uscire da un labirinto, colpire un bersaglio con un cannone, disegnare figure geometriche, etc Di Blockly esiste anche una versione in italiano.
Sito ufficiale: Blockly
ARDUBLOCK
Ardublock è un ambiente per la programmazione a blocchi specifico per Arduino.
Per utilizzarlo è necessario installare Arduino IDE sul computer, un software che consente di scrivere codice informatico in maniera semplice e intuitiva. Il meccanismo di funzionamento è analogo a quello di Blockly e Scratch. In più con Ardublock, ogni volta che sposti un mattoncino, puoi visualizzare la riga di codice corrispondente in una finestra a parte del programma.
Sito ufficiale: Ardublock
CHOREGRAPHE
Questo software permette di programmare i comportamenti di Nao robot, robot Pepper e Romeo robot, i tre robot umanoidi realizzati da SoftBank Robotics.
Sito ufficiale: Choregraphe
MIT APP INVENTOR 2
Con App Inventor 2 lo sviluppo dell’interfaccia grafica e del codice a blocchi di una applicazione viene effettuato interamente nel browser web, ma per eseguirla bisogna compilare ogni volta l’applicazione e trasferirla su un cellulare o un tablet Android.
Per saperne di più: Guida App Inventor 2
SITO ONLINE PER IL CODING
Code.org è una piattaforma online, gratuita, che offre la possibilità a insegnanti e bambini da 4 anni in su di “giocare” con la programmazione. Sul sito sono disponibili una serie di esercizi incentrati sull’uso della programmazione visuale.
Altri software e siti per programmare: Mamamo: Software ed App Per Programmare a Blocchi
giovedì 1 novembre 2018
Come Funzionano Gli Analizzatori Di Spettro: FFT e Leakage Spettrale (SpectraPlus)
Tramite un analizzatore di spettro è possibile svolgere l'analisi dello spettro dei segnali posti al suo ingresso. Si tratta di strumenti a banda stretta, quindi soggetti a poco noise e con una sensibilità elevata. Tramite questi software è possibile eseguire l’analisi digitale dei segnali che, acquisendo detti segnali con una scheda audio inserita nel computer, consentono di calcolare lo spettro.
Cioè in tempo reale è possibile osservare la scomposizione in frequenza di un segnale, nella pozione di spettro compresa tra il limite inferiore della scheda audio e 22 kHz. Tra i software migliori, anche se datati (almeno per quanto riguarda le prime versioni), troviamo SpectraPLUS, SpectraPRO e SpectraRTA. Più precisamente SpectraPLUS e SpectraPRO consentono di trasformare il PC in un analizzatore di spettro FFT con possibilità di sintesi dei terzi di ottava; SpectraRTA trasforma invece il computer in un analizzatore in tempo reale a banda % costante in ottava e frazioni di ottava.
L'audio è presentato mediante: forma d’onda, spettro FFT, waterfall, sonogramma.
Una scheda audio ideale, dovrebbe avere una risposta in frequenza, piatta da nel range 0-22 kHz, un'elevata linearità dinamica, un basso rumore ed una bassa diafonia.
E' bene inoltre ricordare che, a causa della assenza di filtri anti-aliasing, qualsiasi componente in frequenza che dovesse essere presente oltre la massima frequenza di analisi impostata nel software (Frequenza di Nyquist), verrebbe ribaltata nella zona di analisi generando appunto Aliasing (cioè "fantasmi" frequenze inesistenti o distorte). Nel dubbio conviene quindi impostare nel programma, la banda di analisi massima consentita (normalmente 22050 Hz). Per scaricare i programmi: SpectraPlus (Download)
Cioè in tempo reale è possibile osservare la scomposizione in frequenza di un segnale, nella pozione di spettro compresa tra il limite inferiore della scheda audio e 22 kHz. Tra i software migliori, anche se datati (almeno per quanto riguarda le prime versioni), troviamo SpectraPLUS, SpectraPRO e SpectraRTA. Più precisamente SpectraPLUS e SpectraPRO consentono di trasformare il PC in un analizzatore di spettro FFT con possibilità di sintesi dei terzi di ottava; SpectraRTA trasforma invece il computer in un analizzatore in tempo reale a banda % costante in ottava e frazioni di ottava.
L'audio è presentato mediante: forma d’onda, spettro FFT, waterfall, sonogramma.
L’FFT consente il passaggio fra un segnale nel tempo (“forma d’onda”) e la sua rappresentazione in frequenza (“spettro”), con risoluzione a bande costanti da 0 Hz (DC) alla frequenza di Nyquist.
Il numero di punti processati deve essere sempre una potenza di 2, ad esempio 2048, 4096, 8192, etc.
L’FFT produce uno spettro complesso, ciascuna frequenza è formata da un valore costituito da una parte reale o immaginaria (Pr, Pi), o, in modo equivalente, da modulo e fase. In molti casi la fase è considerata priva di importanza, e si visualizza solo lo spettro del modulo quadrato del segnale.
Il cosiddetto Autospettro del segnale si ottiene invece moltiplicando, a ciascuna frequenza il valore complesso P(f) per il suo complesso coniugato P’(f). In altri casi invece è importante anche l’informazione ottenuta dalla fase. Una delle premesse dell’analisi di Fourier è che il segnale analizzato deve essere un periodo esatto di una forma d’onda periodica. Il mancato raccordo fra ultimo campione del blocco analizzato e primo campione del blocco idealmente successivo (identico a quello analizzato, visto che il segnale è assunto periodico), si traduce in uno spettro contaminato da rumore a larga banda ("Leakage" o "Effetto di Bordo").
Per analizzare una arbitraria forma d’onda non avente periodo coincidente con il numero di campioni N, o un segnale assolutamente aperiodico, occorre dunque “finestrare” il segnale contenuto nel blocco, portandolo gradatamente a zero agli estremi (perchè il segnale non inizia e finisce con la stessa fase) ed enfatizzando il segnale centralmente. Si usano a questo scopo varie “window” (“Hanning”, “Hamming”, “Blackmann”, etc) Ottenuta una sequenza di spettri FFT nel tempo, si possono fare medie esponenziali (Fast, Slow) o lineari (Leq). Oppure si può visualizzare l’evolvere dello spettro nel tempo secondo le modalità grafiche dette waterfall e spettrogramma. Inoltre, con SpectraPLUS e SpectraPRO è possibile utilizzare l'hard disc del computer come un registratore digitale (2 canali, 44100 Hz di campionamento), per ascoltare, analizzare ed eventualmente eseguire operazioni di filtraggio dei files audio memorizzati. Il filtraggio può essere eseguito secondo i classici criteri di passa-basso, passa-alto, passa-banda enotch filter (ovviamente è possibile eliminare una banda di frequenze dal segnale audio e riascoltare quindi il risultato della operazione eseguita). Tutti e tre i programmi riconoscono automaticamente la scheda audio installata nel sistema Windows: non necessitano quindi di driver particolari. Dal momento che il software utilizza per l’acquisizione la scheda audio del PC, è dalle caratteristiche di quest’ultima che dipende in larga parte la bontà di quanto successivamente elaborato.
E' bene inoltre ricordare che, a causa della assenza di filtri anti-aliasing, qualsiasi componente in frequenza che dovesse essere presente oltre la massima frequenza di analisi impostata nel software (Frequenza di Nyquist), verrebbe ribaltata nella zona di analisi generando appunto Aliasing (cioè "fantasmi" frequenze inesistenti o distorte). Nel dubbio conviene quindi impostare nel programma, la banda di analisi massima consentita (normalmente 22050 Hz). Per scaricare i programmi: SpectraPlus (Download)
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